Fase 2 da Lubiana al Montenegro. Belgrado annuncia: via il coprifuoco

Ma in Slovenia i ristoratori protestano: impossibile accertarsi del rispetto delle regole. Croazia al lavoro sul fronte turistico
Un negozio di calzature aperto ieri a Lubiana. Qualcuno guarda le vetrine e forse pensa di entrare per un acquisto
Un negozio di calzature aperto ieri a Lubiana. Qualcuno guarda le vetrine e forse pensa di entrare per un acquisto

LUBIANA Forte dei suoi due giorni senza alcun contagio, la Slovenia prova ad uscire dal lockdown da coronavirus e inizia a ridare uno spicchio di normalità ai suoi cittadini. Ieri hanno rialzato le saracinesche i negozi con meno di 400 metri quadri, i parrucchieri, i locali e i ristoranti, ma solo se hanno terrazze all’aperto o giardini, e hanno riaperto le porte ai fedeli le chiese.

Riaperture, prove di fase 2 dei nostri vicini d'oltreconfine


Ma è subito polemica. I ristoratori denunciano che alcune precauzioni sono impossibile da implementare. Di conseguenza, secondo la Camera di commercio e dell'industria della Slovenia (Ozs), circa la metà di tutti i locali è rimasta chiusa. È poco pratico per i ristoratori assicurarsi che solo i membri della stessa famiglia possano sedere allo stesso tavolo, fornendo allo stesso tempo agli ospiti una distanza di 1,5 metri. Secondo Blaž Cvar dell'Ozs, i ristoratori non possono identificare i singoli ospiti e garantire che solo i membri della stessa famiglia siano seduti allo stesso tavolo. E si chiede di adottare il modello Austria: a un tavolo possono sedere 4 adulti e un bambino garantendo il distanziamento di un metro dagli altri ospiti. I parrucchieri lavorano solo su appuntamento visto che nei saloni possono stare assieme al prestabilito numero di clienti solo l’accompagnatore di un bimbo o di un portatore di handicap.

Dalla Serbia all’Albania: la recessione è in arrivo
epa08387153 People wearing protective face masks queue in front of a bank office in Sarajevo, Bosnia and Herzegovina, 27 April 2020, amid the ongoing coronavirus COVID-19 pandemic. Countries around the world are taking increased measures to stem the widespread of the SARS-CoV-2 coronavirus which causes the COVID-19 disease. EPA/FEHIM DEMIR


Ed è proprio la riapertura dei barbieri e dei saloni di bellezza che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ieri alla Croazia. Si lavora su appuntamento, con rigorose norme di separazione sociale e con mascherine e guanti, ma in più il cliente all’entrata deve sottoscrivere un foglio con le sue generalità, questo dicono alla Protezione civile, perché possa essere identificato in caso di riacutizzarsi dell’epidemia. Responsabile è il padrone del salone. Se uno non firma non può entrare. Risultato: i parrucchieri hanno subito preannunciato un aumento dei prezzi medio di 3 euro. Ha ripreso a lavorare anche il sistema sanitario pubblico e privato, ma solo su appuntamento per evitare la formazione di file o di raggruppamenti nelle sale di attesa, i dentisti oltre a mascherina e guanti devono portare la protezione di plexiglas davanti al viso ed indossare una tuta sterile. Già domenica riprese le messe “open”, ma con i fedeli a distanza di sicurezza e a numero chiuso. Il governo ha anche iniziato un dialogo con albergatori, baristi e ristoratori per definire le misure restrittive e sanitarie che permetterebbero loro di accogliere i primi turisti sulla costa croata, probabilmente dalla metà di giugno. I bar e i ristoranti potranno aprire dalla settimana prossima, ma solamente all'aperto con limitazioni del numero delle persone ai tavoli.

Fase 2 anche in Serbia dove riaprono locali e negozi, riparte il trasporto pubblico e quello ferroviario, mentre il trasporto aereo dovrebbe riprendere a partire dal 18 maggio. Autobus, tram e filobus sono di nuovo in servizio, anche se con orari ridotti, a Novi Sad, Kragujevac e altre località, mentre nella capitale Belgrado il servizio di trasporto pubblico riprenderà l'8 maggio. Nei ristoranti i clienti dovranno essere muniti di mascherine e guanti. Numerosi negozi hanno riaperto già da alcuni giorni, compresi parrucchieri, centri estetici, palestre, fitness, mentre i centri commerciali riapriranno i battenti in settimana, seppur con un numero limitato di visitatori. Il presidente Aleksandar Vučić ha annunciato la fine dello stato di emergenza e coprifuoco a partire da giovedì.

Sempre da ieri in Kosovo i cittadini possono uscire per le vie 90 minuti due volte al giorno e ha riaperto il settore edile, la vendita al dettaglio e la ristorazione take away. Il Montenegro annuncia che dal 18 maggio riaprirà le spiagge, sempre con le dovute misure di distanziamento sociale. Soprattutto per la Croazia, in chiave turistica, sarebbe un colpo basso.—

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo