Farra d'Isonzo, la scomparsa di Volo rimane un mistero: «Battute tutte le piste»

La famiglia si prepara al primo Natale senza il 62enne ma le forze dell’ordine non hanno mai smesso di cercarlo
Roberto Volo
Roberto Volo

FARRA Oltre nove mesi sono trascorsi. Senza un segnale, una pista concreta. Niente di niente. No, non sarà un Natale facile per i familiari di Roberto Volo, il 62enne ragioniere di Farra d’Isonzo che pare essere stato inghiottito nel nulla da quel maledetto 27 febbraio in cui non si presentò al lavoro a Udine, nello studio da commercialista dove era impiegato da sempre. Non bastò un’estesa “caccia all’uomo” organizzata sul monte Quarin, a Cormons, luogo dove l’uomo aveva lasciato la sua Fiat 500, né le ricerche lungo il “Cammino Celeste” o lo sconfinamento in Slovenia dove Volo potrebbe essere teoricamente arrivato. Unica traccia ulteriore, il ritrovamento di un paio di guanti e dell’astuccio degli occhiali in località Vencò, nei pressi del confine. Il cellulare di Volo ha squillato a vuoto per 4/5 giorni prima che partisse la segreteria telefonica. Secondo un amico sarebbe stato provvisto di dual sim, ma anche su questo vi sono stati pochi riscontri. Poi l’incubo del lockdown ad interrompere le indagini sul campo, mentre l’attività investigativa non si è in realtà mai interrotta.

«Non abbiamo lasciato nulla di intentato – spiega la comandante della Compagnia Carabinieri, capitano Barbara Salvo –. Purtroppo ogni possibile pista si è rivelata per ora un vicolo cieco. Roberto Volo era una persona estremamente tranquilla, lineare ed abitudinaria. Non sono emersi elementi che lascino pensare ad una doppia vita, e forse nemmeno ad un disagio interiore tale da fargli mollare tutto di punto in bianco. Da fine febbraio – spiega Salvo – abbiamo scandagliato senza successo, anche oltreconfine, tutti i possibili luoghi di pernottamento. Non sono stati scoperti conti bancari sconosciuti alla famiglia né vi sono stati movimenti su quello intestato al signor Volo».

La moglie, la figlia e la sorella si aggrappano con tutta la forza di cui dispongono all’ipotesi di un allontanamento volontario «e su questo vogliamo continuare a credere anche noi», dice la comandante che aggiunge: «Ma senza un riscontro concreto dobbiamo purtroppo considerare anche altre ipotesi». Quella più credibile, secondo l’Arma, è quella di un malore che avrebbe colto Roberto Volo, camminatore esperto, durante la sua “strana” passeggiata. Strana, perché un tipo corretto e meticoloso come lui avrebbe senz’altro avvisato i colleghi che non si sarebbe recato al lavoro. Ma, ammessa l’opzione più tragica, quale anfratto abbia nascosto il suo corpo per tutto questo tempo rimane un mistero. Un mistero cui la famiglia non intende ancora arrendersi. –

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