Farra, casa di riposo degli orrori: «Traditi dalle 3 operatrici»
GORIZIA La cooperativa Ambra, che gestisce la casa di riposo “Contessa Beretta” di Farra d’Isonzo, oggetto di stringenti indagini per i presunti maltrattamenti agli anziani ospiti della struttura, si considera parte offesa. E se le tesi accusatorie dovessero rivelarsi vere e sfociare in condanne, verrà richiesto «un congruo risarcimento per danni di immagine» alle tre operatrici indagate. Non solo. Verranno presi «tutti i provvedimenti necessari per consentire lo svolgimento degli accertamenti da parte degli organi inquirenti e per garantire il più regolare andamento del servizio».
A dichiararlo è Roberto Mainardi, presidente della coop di Reggio Emilia che coordina decine di strutture nelle aree infanzia, anziani e salute mentale tra Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Lombardia. Nella nostra regione, Ambra gestisce in questo momento un asilo nido a San Vito al Tagliamento e quattro altre strutture per anziani con sede in provincia di Udine: a Morsano, a San Quirino, a Mortegliano e a Castions di Zoppola. Nell’Isontino l’unica casa albergo con la gestione targata Ambra è, per l’appunto, la “Contessa Beretta” di Farra d’Isonzo.
«Ambra - dichiara Mainardi - si dichiara estranea ai fatti e ha attivato le opportune procedure ispettive interne nel rispetto della vigente normativa di legge. La gestione della casa albergo “Contessa Beretta” ha sempre teso alla trasparenza e all’apertura al territorio: nel corso degli anni - specifica Mainardi - il servizio è stato più volte controllato dai servizi pubblici preposti e diverse sono state le occasioni di incontro con i familiari degli ospiti della struttura e di apertura alla cittadinanza di Farra d’Isonzo».
«Non possiamo che ribadire, come già fatto nelle sedi competenti, la nostra massima fiducia nell’Autorità giudiziaria e negli organi investigativi dei quali, come da sempre, rimaniamo a più completa disposizione». Roberto Mainardi ha rilasciato un’intervista anche all’emittente televisiva locale “Telereggio” in cui ribadisce quali saranno le prossime mosse della cooperativa emiliana: «Le tre operatrici indagate dalla Procura della Repubblica di Gorizia sono immediatamente state sospese dal lavoro e non percepiscono alcun stipendio - prosegue il presidente -. Il consiglio d’amministrazione si riunirà la prossima settimana per valutare il licenziamento di queste persone».
«Ambra è in possesso delle autorizzazioni dall’ormai lontano 2003: è da quell’anno che gestisce la struttura per anziani di Farra d’Isonzo. La nostra cooperativa - scandisce il presidente - vanta procedure operative e di qualità molto stringenti che intervengono direttamente su quelle che devono essere le relazioni fra operatori e anziani ospiti delle nostre strutture. Le accuse disegnano un quadro per cui le nostre regole sarebbero state disattese dal presunto comportamento delle operatrici».
La cooperativa, quindi, prende le distanze dalle tre assistenti sanitarie dell’Est europeo e conferma che non assisterà impotente agli sviluppi del percorso giudiziario. «Se fosse provato quanto oggi viene affermato dagli inquirenti, potrebbe partire un’azione legale nei confronti di queste tre socie che hanno danneggiato l’immagine e la storia della nostra cooperativa».
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