Farra, anziani legati e presi a schiaffi in casa di riposo

Portata in superficie dai carabinieri una situazione di maltrattamenti: indagate tre operatrici a cui è stato vietato di recarsi in paese
La casa di riposo di Farra
La casa di riposo di Farra

FARRA D'ISONZO Schiaffoni a persone anziane, fragili, con serie difficoltà di deambulazione. Insulti gratuiti proferiti con rabbia e perfidia. Umiliazioni. E poi misure di contenzione con l’utilizzo di cinture e cinghie per bloccare a letto gli ospiti della casa di riposo.

È questo il pesante quadro accusatorio ai danni di tre operatrici della casa albergo “Contessa Beretta” di Farra d’Isonzo, di proprietà del locale Comune e gestita dalla cooperativa Ambra di Reggio Emilia. Si tratta della cittadina romena G.S., 47 anni; della sessantatrenne di nazionalità russa T.S. e della moldava E.B., di 49 anni. A condurre l’indagine i carabinieri del Nucleo investigativo di Gorizia con la collaborazione dei Nas di Udine che hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura di divieto di dimora ai danni delle tre operatrici, emessa dal giudice per le indagini preliminari Paola Santangelo.

Farra, maltrattavano gli anziani nella casa di riposo: intervengono i carabinieri
Un'anziana in una casa di riposo (foto d'archivio)

L’operazione, denominata “Contessa” dal nome della struttura intitolata all’omonima Fondazione, è stata avviata ai primi di settembre ed «è nata - ha spiegato ieri in conferenza stampa Pasquale Starace, comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Gorizia - da una specifica attività informativa dei carabinieri. Il quadro emerso è quello di una storiaccia: un quadro a dir poco sconcertante che ha evidenziato i metodi violenti e vessatori adottati nei confronti di alcuni (si parla di almeno sette persone, ndr) dei 13 pazienti ricoverati da parte delle tre operatrici sanitarie».

I file audio, raccolti attraverso intercettazioni ambientali e non messi a disposizione della stampa perché sono parte integrante del fascicolo aperto dal Tribunale, testimoniano un modus operandi caratterizzato, come evidenziato dal Gip nella misura cautelare, da «sopraffazioni, ricatti, costrizioni e offese: un comportamento impositivo di un regime di vita mortificante e avvilente ai danni degli anziani ospiti della struttura».

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gorizia e dal sostituto procuratore Ilaria Iozzi, hanno portato alla notifica del divieto di dimora nel Comune di Farra d’Isonzo per le tre operatrici che vivono fra Gorizia, Gradisca d’Isonzo e Monfalcone. Una misura che è stata ritenuta sufficiente: non c’è pericolo di fuga delle tre indagate.

Numerosi i casi di violenze fisiche (schiaffi e utilizzo improprio di strumenti di contenzione) e verbali (insulti pesanti e umiliazioni) perpetrati ai danni degli anziani, alcuni dei quali in condizioni di non autosufficienza e bisognosi di aiuto anche soltanto per alzarsi dal letto. «Le tre operatrici erano quelle che lavoravano da più tempo nella struttura farrese, almeno da dieci anni: i turni prevedevano la presenza di una sola assistente sanitaria che doveva assistere tutti e 13 gli ospiti. Nello stesso contesto - ha spiegato ancora Starace - sono state eseguite delle accurate perquisizioni anche al Comune di Farra, finalizzate ad accertare la regolarità delle autorizzazioni in possesso della società che gestisce la casa albergo incriminata».

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