Faro della Vittoria, statua donata dalla famiglia Berlam
Da poche settimane restituito alla vista notturna di turisti e triestini, grazie al nuovo impianto di illuminazione della struttura portante, il Faro della Vittoria si è arricchito ieri di un nuovo elemento, di piccole dimensioni ma particolarmente significativo. Si tratta della statua che riproduce la Vittoria che si staglia all'esterno protesa verso il cielo, dono dello scultore triestino Giovanni Mayer all'architetto progettista del Faro, Arduino Berlam, e conservata dagli eredi dello stesso Berlam fino a ieri.
Nel corso della breve cerimonia svoltasi alla base del Faro alla presenza della presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat e del comandante della Marifari di Venezia della Marina militare italiana, Giuseppe Caporizzi, sono stati Maria Luisa Roman e il fratello Romano Roman, nipoti dell'architetto Berlam, a consegnare ufficialmente la statua «che sarà collocata qui, nell'atrio alla base del Faro - ha annunciato il comandante Caporizzi - su una base di marmo che andremo a realizzare, magari con l'aiuto di qualche sponsor privato».
È stata proprio Maria Luisa Roman ad arricchire il momento della consegna con il racconto di un aneddoto: «Forse in pochi sanno che inizialmente - ha raccontato - lo zio Berlam aveva deciso di collocare il Faro della Vittoria sulla punta di Salvore. L'idea di caratterizzare il golfo di Trieste con un manufatto di tale foggia gli era venuta al momento del suo primo arrivo a Trieste, via mare. Colpito subito dalla bellezza della città e del paesaggio che la circonda - ha precisato - la sua scelta iniziale era caduta in un primo momento su Salvore, ma ben presto cambiò idea e decise invece di far collocare il faro nel luogo nel quale poi è stato effettivamente costruito. I triestini - ha continuato - hanno perciò corso il rischio di non poter godere da vicino della vista di questa magnifica costruzione. Ho il piacere di dire che lo zio voleva fermamente lasciare un suo ricordo, sotto forma di costruzione pubblica, a Trieste e ai triestini, progettando una struttura che ricordasse il mare, i marinai, la città».
La scultura in bronzo che rappresenta in dimensioni minori - una sessantina di centimetri - quella collocata sulla sommità della lanterna, alta quest'ultima più di sette metri, è un'opera unica e gli eredi del famoso architetto hanno promesso di donare al Faro anche la relativa documentazione storica.
Il tutto sarà sistemato alla base del Faro, di fronte al busto in bronzo del Berlam che già caratterizza il luogo. In questa maniera tutti i visitatori potranno conoscere la storia del Faro e del suo progettista nei minimi dettagli. Al termine della cerimonia, il comandante Caporizzi ha segnato sul Registro di reggenza, «che è un documento ufficiale sotto tutti i profili - ha sottolineato - l'evento di oggi, perché si tratta di un momento di particolare importanza per noi della Marina militare e sono certo per l'intera città». A ricordo dell'incontro, Caporizzi ha donato ai fratelli Roman il crest della Marifari di Venezia.
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