Faro, addio riapertura. Fondi in pericolo

La presidente della Provincia Bassa Poropat è furibonda con la Marina. «Una follia se perdiamo i 60mila euro di contributo»
Silvano Trieste 25/06/2013 Il Faro della Vittoria
Silvano Trieste 25/06/2013 Il Faro della Vittoria

«Dopo sette anni di chiusura totale e alcuni restauri, il Faro è stato riaperto al pubblico il 18 maggio 1986, grazie all’interessamento della Provincia di Trieste e col concorso dell’allora Azienda Autonoma di Turismo e Soggiorno. Attualmente è possibile accedere anche al secondo anello della struttura. Il Faro della Vittoria dipende dal Ministero della Difesa ed è tenuto aperto al pubblico grazie ad una convenzione con la Provincia di Trieste La convenzione è in fase di rinnovo». Il sito della Provincia di Trieste illude i visitatori. Indica persino il modo «come arrivare con i mezzi pubblici» (da piazza Oberdan, Trieste, con gli autobus n° 42, 44 e 46). Ma poi taglia ogni speranza: «Al momento la struttura è chiusa». E non aprirà neppure il primo aprile come annunciato lo scorso ottobre dalla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Il pesce di aprile, insomma, è servito con largo anticipo. a fase di rinnovo della convenzione con il ministero della Difesa dura da novembre. A rischio c’è il finanziamento europeo di 60mila euro ottenuto su un progetto transfrontaliero per iniziative legata al centenario della Grande Guerra. Il Faro della Vittoria, infatti, è un monumento ai marinai caduti nel ’15-18. Il finanziamento serva a riqualificare l’ingresso: dalla risistemazione del cancello ai servizi igienici, dall’ascensore alle barriere architettoniche. Ma non si può fare nulla senza la nuova convenzione. Ferma da tre mesi. Non si sa dove.

«A fine novembre avevano chiuso il documento con tutte le richieste di Marina Fari di Venezia, modifiche e contromodifiche - spiega la presidente di Palazzo Galatti -. La convenzione era stata inviata per la firma ai vertici della Marina. A tutt’oggi non ho avuto ancora risposta». Un silenzio, in questo caso, che non vale come assenso. E il Faro della Vittoria rischia di perdere un’altra volta la scommessa sulla sua riapertura. E non c’è neppure centenario della Grande Guerra che tenga. La preoccupazione c’è, tanto che il 26 febbraio la presidente della Provincia ha preso carta e penna ha inviato una lettera a La Spezia al comandante in capo del Dipartimento Marina Militare Alto Tirreno, ammiraglio di squadra Andrea Toscano. «In questa nota gli chiedo di dar corso alla firma della convenzione anche perché c’è in sospeso un finanziamento da 60mila euro della Comunità europea. Finchè non ho firmato la convenzione non ho titolo per intervenire sul rifacimento del portone di ingresso. Noi siamo pronto a partire con i lavoro, ma finchè non c’è la convenzione non posso intervenire. E neppure inoltrare la richiesta alla Soprintendenza. C’è anche il rischio di perdere questo finanziamento. Una follia». Non c’è luce, insomma, sulla data di riapertura del Faro di Trieste che a questo punto rischia anche di modificare il calendario delle iniziative in programma per il centenario della Prima Guerra Mondiale di cui il Faro era parte integrante. «Non so cosa dire. È una casa veramente incredibile. Abbiamo condiviso in incontri quasi settimanale tutte le parti tecniche della nuova convenzione. L’abbiamo inviata a fine novembre per al firma. E siamo già a marzo». La promessa riapertura per il primo aprile? «Non so cosa dirle - allarga le braccia Maria Teresa Bassa Poropat -. Noi abbiamo questa data che peraltro era stata condivisa dal comandante Caporizzi (Marina Fari). Ma se non ho la convenzione firmata non posso fare niente. Sono bloccata. Ferma». L’ottimismo di ottobre si e spento. Una storia molto italiana quella del Faro di Trieste. «Non so proprio cosa dire. Questa convenzione vista e rivista, correzioni e controcorrezioni. È inspiegabile il ritardo. Siamo ancora qua, fermi, con un sollecito inviato il 26 febbraio e ancora senza risposta».

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