Farmaci scaduti, infermiera indagata

Operatrice del reparto di Oncologia dell’ospedale Maggiore sotto accusa per le medicine consegnate a una paziente
Foto BRUNI TRieste 28 07 2011 Ospedale Maggiore
Foto BRUNI TRieste 28 07 2011 Ospedale Maggiore

TRIESTE Si chiama Karolina Halina Szymska, 57 anni, polacca, infermiera addetta alla distribuzione dei farmaci in forza al reparto di oncologia dell’ospedale Maggiore. È ritenuta responsabile dal pm Cristina Bacer di aver somministrato a una paziente medicine antitumorali scadute. E - teoricamente - con efficacia tutta da dimostrare.

La vicenda è quella - emersa nello scorso novembre - dell’avvocato civilista Nicoletta Bonina, poi morta a dicembre del 2016 a causa della devastante patologia.

 

Malata di cancro denuncia: farmaci scaduti
Foto Bruni 23.12.13 PM Frezza

 

Qualche mese prima aveva presentato un esposto denuncia tramite l’avvocato Fulvio Vida dal quale poi si sono attivate le indagini da parte dei carabinieri del Nas. Karolina Halina Szymska è accusata dal pm di aver somministrato, seppur per errore, medicinali guasti (così indica il Codice all’articolo 443): in particolare si tratta di compresse di Endoxan Baxter, con scadenza aprile 2016, che erano state consegnate alla paziente ben tre mesi dopo.

«Lo scorso agosto - si legge nella denuncia - su indicazione del Dipartimento oncologico dell’Azienda mi è stata prescritta una terapia chemioterapica con ciclofosfamide, per l’assunzione del quale, viste le rilevanti problematiche e gli effetti collaterali, ho sottoscritto il relativo modulo di consenso informato. Il 29 settembre tale prescrizione è stata reiterata con la fornitura, da parte della farmacia interna, di una nuova confezione di 50 pastiglie del farmaco con la specifica indicazione della nuova decorrenza della terapia a partire dal 5 ottobre. Così ho seguito la prescrizione e, dopo aver assunto le pastiglie per 25 giorni, ho casualmente scoperto che il farmaco, prescritto e contenuto nella scatola in questione, era scaduto già in data aprile 2016. Una circostanza - si legge ancora - che, al di là della possibile perdita di efficacia e della sicurezza d’impiego del medicinale, mi ha provocato un gravissimo stato di prostrazione psichica, considerate le mie condizioni di salute e il giustificato timore di aver sprecato preziosi margini temporali di sopravvivenza a causa di una non certo scusabile negligenza dei responsabili dell’Azienda». Per queste ragioni la paziente, nel denunciare la somministrazione di farmaci scaduti, aveva chiesto alla Procura «che qualora fosse ravvisata nei fatti un’ipotesi penalmente rilevante, si proceda per legge».

Per questo motivo, ma soprattutto per fare chiarezza, il pm Bacer ha nominato un consulente tecnico. Si tratta del dottor Giampietro Frison, in forza al laboratorio di igiene ambientale e tossicologia forense del dipartimento di prevenzione dell’Ulss n.3 Serenissima di Mestre che avrà 45 giorni di tempo per verificare l’efficacia dei farmaci scaduti che erano stati consegnati a Nicoletta Bonina. E che la stessa poi aveva consegnato ai carabinieri dopo la denuncia. La consulenza tecnica è stata disposta nei termini di atto non ripetibile. Per questo motivo il difensore di Karolina Halina Szymska, l’avvocato Luca Maria Ferrucci, ha indicato il proprio consulente. Si tratta del medico legale Raffaele Barisani.

Fin da subito - cioè da quando si è saputo della denuncia della paziente - l’Azienda sanitaria universitaria integrata ha respinto le accuse. «I farmaci - aveva dichiarato Paolo Schincariol, responsabile del servizio di farmacia dell’AsuiTs - sono tracciati e ci risulta che la signora in cura abbia ricevuto le medicine dal lotto regolare. Si tratta dunque solo di un equivoco». Poi aveva aggiunto: «Il sistema di controllo ha indicato che alla paziente è stata consegnata una confezione con scadenza regolare e corretta. Temo che si tratti di una scatola non proveniente dalla nostra farmacia, ma da qualche altra fonte».

Ma le indagini dei carabinieri dei Nas hanno evidenziato un’altra realtà. Con evidenti sospetti. Da qui gli accertamenti - anche comparativi - disposti dal pm Bacer. Per capire cioè se le compresse consegnate in ospedale presentano o meno alterazioni rispetto a un analogo farmaco non scaduto.

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