Farinetti: «Eataly a Trieste aprirà il primo ottobre»

L’imprenditore dà l’annuncio durante la festa per la nuova sede di Confcommercio: «Sarà analoga a quella di Genova»
Oscar Farinetti all'Open Day della Confcommercio a Trieste
Oscar Farinetti all'Open Day della Confcommercio a Trieste

TRIESTE «Eataly aprirà il primo ottobre assieme al villaggio della Barcolana». Il patron della più celebre “catena alimentare” italiana, Oscar Farinetti, coglie l’occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Confcommercio Trieste annunciare l’attesa apertura del punto vendita al Magazzino vini. Una notizia attesa da tempo. «La Fondazione CRTrieste ha fatto un grande lavoro sullo stabile, ora tocca a noi rendere bellissimo gli interni. Sarà una struttura analoga a quella di Genova che, assieme a Trieste, è una delle due grandi città sul mare del Nord Italia» afferma Mr Eataly.

Magazzino vini di Trieste, 30 anni di tormentone

Ma i protagonisti della giornata di ieri sono stati senza dubbio i membri di Confcommercio. La nuova sede di viale Mazzini 22 è stata inaugurata con un “Open Day” di incontri e conferenze iniziato al mattino e conclusosi a sera con lo spettacolo di Massimo Lopez al Rossetti. Al taglio del nastro hanno partecipato il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli, la presidente della Regione Debora Serracchiani, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino e, per la benedizione, l’arcivescovo Gianpaolo Crepaldi. Ad aprire le danze il presidente della Camera di Commercio Antonio Paoletti.

Trieste, slitta a dopo l'estate l'apertura di Eataly FOTO/VIDEO
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«Oggi coroniamo un sogno - ha detto Paoletti -. Nel 2002 speravamo di poter aprire la nuova sede di Confcommercio al Silos. Abbiamo atteso fino al 2010 quando abbiamo comprato quest’edificio che fino a qualche tempo fa era occupato da Fvg Strade». Per Paoletti Confcommercio ha aumentato il suo ruolo presso le imprese: «Accompagniamo gli associati nelle banche, offriamo servizi di ogni tipo. Nessuno si chiede più per quale motivo pagare la quota annuale. Finalmente le 29 associazioni di categoria di Trieste hanno trovato una casa comune». Cosolini ha dichiarato: «Credo che questa sede sia un buon segno per una realtà viva di idee e progetti come Confcommercio. I segnali di ripresa ci sono. Penso al rinnovato dinamismo del porto, all’occasione di Porto Vecchio, agli indicatori positivi che dobbiamo valutare con prudenza ma anche consolidare». Serracchiani ha proseguito sul filo del sindaco: «Siamo consapevoli della fatica che i nostri operatori hanno affrontato negli ultimi anni. Ora finalmente vediamo qualche dato positivo, pur timidamente. Se guardo all’aumento delle presenze del 2015 provo uno slancio di fiducia. Trieste è una città con appuntamenti importanti davanti a sé».

Sangalli ha confermato che «tanto il governo quanto gli operatori devono darsi da fare per rafforzare i segnali positivi che pure ci sono. Quando si inaugura una sede come questa si festeggia un successo costruito con il lavoro di ogni giorno. Ora più che mai bisogna essere responsabili di questo impegno». In uno degli incontri della mattinata gli assessori comunali alle Attività produttive e alla Pianificazione urbana, mobilità e traffico, Edi Kraus ed Elena Marchigiani, hanno presentato lo studio propedeutico al Piano del commercio cittadino. Lo studio è stato elaborato da Sincron Polis, in collaborazione con lo studio Novarin - De Clara. Spiega Confcommercio: «Nell’incontro è stato in primis ribadito come sarà prioritario favorire gli investimenti e i nuovi format produttivi nel centro storico, inteso come centro commerciale naturale». Un fulcro, quello del centro, su cui puntare «non solo in termini promozionali, ma pure strutturali, ai fini di valorizzare il suolo già utilizzato nell’ottica di uno sviluppo ambientale responsabile». Un indirizzo, hanno rilevato i relatori, «in antitesi con le strategie degli ultimi decenni che hanno portato ad una densità di attività allineata nelle aree periferiche». Secondo lo studio Trieste ha un bacino di utenza primario di circa 280 mila persone di cui parte da oltre confine (17%). Un target che però deve fare i conti con un calo demografico che è stato piuttosto marcato negli ultimi 14 anni.

Secondo l’analisi a Trieste l’offerta non manca, almeno per quanto riguarda la rete distributiva tradizionale e il segmento alimentare. La città, in termini di densità commerciale, presenta infatti una media superiore rispetto alle 26 città campione per le superficie alimentari tra i 400 ed i 1500mq.

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