Fantocci appesi alle statue di piazza Unità VIDEO

Presa di mira nella notte la fontana dei Quattro continenti. Un gruppo goliardico: «È un messaggio contro di noi». Stamattina il brindisi "riparatore"
Uno dei fantocci appesi in piazza dell'Unità
Uno dei fantocci appesi in piazza dell'Unità

Bambole macabre, bruciacchiate, con strani simboli sui vestiti appese alla fontana dei Quattro continenti di piazza dell’Unita. Ieri, fin dalle prime ore del mattino, una strana installazione degna di un emulo dell’artista Maurizio Cattelan, ha calamitato l’attenzione di chiunque transitasse in zona. Alle 8 una squadra della polizia giudiziaria dei vigili ha fotografato i cinque fantocci - sistemati sulle statue che indicano i quattro Continenti e su quella che nella parte più alta della fontana, ad ali spiegate, rappresenta la Fama - li ha prelevati, sequestrati e portati negli uffici di via Genova. Preannunciando che sarebbero state visionate quanto prima le immagini raccolte dalle videocamere puntate sulla piazza e sulle vie limitrofe.

Tra i triestini si sono scatenate mille ipotesi. Le immagini degli inquietanti manichini impiccati hanno fatto il giro dei social network. «Un messaggio intimidatorio nei confronti dell’amministrazione comunale», ha scritto qualcuno. «Un segnale che indica il disagio di alcuni triestini», ha indicato qualcun altro.

Poi, però, in tarda mattinata, con una telefonata al Piccolo, si è fatto vivo un goliarda, anzi il “primo venerabile” dell’Alma Goliardica Societas Excelsae Chimerae, rivelando che i segni riportati sui fantocci altro non sono che le insegne che li rappresentano.

«Alcuni dei miei fratelli Goliardi - ha spiegato Lucius de la Pampa, primo Venerabile Bellerofonte dell’Alma Goliardica Societas Excelsae Chimera, nome d’arte scelto da Lucas Cunial - mi hanno informato dell’atto che ha deturpato la Fontana dei Quattro Continenti di Piazza Unità. È un segnale molto brutto rivolto al nostro ordine da un altro ordine di goliardi presente a Trieste e che io penso di aver individuato. Le “Excelsae Chimerae” condannano tale atto poiché vandalico e non goliardico, dal momento che ha messo in pericolo un bene di elevatissimo interesse storico e culturale, cosa imperdonabile a chi portando avanti i precetti della Santa Madre Goliardia, che dovrebbe difendere tutto ciò che è cultura».

Una faida tra ordini goliardici, dunque. Una lettura di quanto accaduto definita «verosimile» anche dal vice comandante della Polizia locale, Luciano Momic che ieri mattina era presente in piazza Unità. Di sicuro, «in risposta a questo gesto indegno», Lucius del la Pampa annuncia che le Chimere hanno deciso di offrire «oggi a tutta la cittadinanza un piccolo rinfresco in piazza Unità al quale si aggiungerà la possibilità di godere dell’eclisse solare e udire la narrazione di ciò che è e rappresenta la fontana dei Quattro Continenti».

Goliardi, brindisi "riparatore" in piazza Unità

A sistemare quei fantocci sulla fontana potrebbero essere state una o più persone. Sicuramente hanno agito a tarda notte, quando la piazza era deserta, quando nessuno poteva disturbare l'arrampicata sulla fontana per appendere i macabri bambolotti alle statue. Un gesto che poteva mettere seriamente a repentaglio la sicurezza del monumento già preso di mira in passato da idioti vandali. Nel gennaio del 2014, una delle statue della fontana realizzata nel 1750 da Giovanni Mazzoleni, era stata danneggiata all’altezza dell’avambraccio, ma l’arto non si era staccato. E in pochi giorni il Comune aveva provveduto a risistemare il monumento. Raccogliendo le testimonianze degli appartenenti alla goliardia triestina si percepisce che all’interno di uno dei quattro ordini attivi ci sono effettivamente in questo momento dei problemi. Un dissenso interno tra fondatori e un gruppo di più giovani. Sarebbero stati questi ultimi, autonomamente, senza il consenso dell’intero ordine, a sfidare e schernire ieri mattina a suon di fantocci impiccati le Excelsae Chimerae. «Speriamo che gli autori di cotanto codardo gesto - dichiarano gli altri goliardi - si assumano le proprie responsabilità».

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