Fantasia, cuore e fortuna: e il “motolavaggio” va forte

TRIESTE Un po’ di fantasia, tanta volontà, un pizzico di fortuna e il gioco è fatto. Anche dopo i quarant’anni ci si può inventare un lavoro, addirittura inedito in Italia: un lavaggio per sole due ruote. Di qualsiasi tipo, dagli esili scooter alle potenti Harley Davidson, passando attraverso tutte le cilindrate e comprendendo i cosiddetti quadricicli, cioè le city e le mini car. È quanto è successo a Erica Bembi, triestina, ex edicolante, ex titolare di un negozio per animali, che ha fatto di necessità virtù, dopo essere stata costretta a chiudere le precedenti attività, e ha aperto, lo scorso maggio, assieme al suo compagno Michele, “C’è Pierino”, in via Piccardi.
«È iniziato tutto per caso - spiega Erica - stando alla finestra. Proprio così. Io e Michele abitiamo in via Piccardi e più volte, affacciandoci alla finestra, avevamo notato questo foro commerciale chiuso da tanto tempo. Eravamo entrambi senza lavoro in quel momento. Abbiamo assunto le informazioni del caso - racconta soddisfatta - e abbiamo scoperto che nel 1964 lì c’era un lavaggio per automobili, gestito da Francesco Zagaria, poi sostituito da un’officina meccanica specializzata in carburatori. Perciò il locale era dotato delle cosiddette vasche di decantazione, indispensabili per lo smaltimento dei liquidi post-lavaggio. Considerato che l'ingresso non permetteva il passaggio di automobili - prosegue - pensare alle due ruote è stato quasi naturale, abbiamo completato tutti i passaggi burocratici necessari e adesso siamo qui».
Erica è la titolare, Michele dà una mano quando può. Le precedenti esperienze imprenditoriali, pur negative, non hanno scoraggiato Erica: «Avevo un’edicola in via Crispi, e ho dovuto chiudere perché il Comune non mi rinnovava il permesso di occupazione del suolo pubblico. Ho aperto allora un negozio di animali in via Foscolo, ma dopo un pò’ la concorrenza di esercizi simili, ma più grandi, mi ha costretto a chiudere».
Poi l’idea del lavaggio per due ruote. E siamo a oggi. «Dopo quattro mesi esatti, perché abbiamo inaugurato l’11 maggio - riprende Erica - il bilancio è positivo. Se andremo avanti di questo passo, potremo pensare di aprire qui vicino un garage per due ruote e, in quel caso, potrei anche pensare di assumere uno o più dipendenti».
Divertente e originale anche la scelta del nome. «Pierino è il soprannome del mio compagno, Michele. Lo chiamano così perché è considerato bonariamente terribile, come il Pierino delle barzellette. Ma il solo nome non bastava, e lo abbiamo preceduto con quel “c’è” messo davanti per rendere la cosa unica». Erica e Michele hanno pensato anche al simbolo: un meccanico in sella a una Vespa. «Molti si avvicinano per curiosità - conclude la titolare - perché non c’è una grande abitudine a lavare il motorino, eppure, contrariamente a ciò che si può pensare, è più complicato aprire un lavaggio per due ruote che per automobili, perché il numero delle vasche di decantazione richieste è maggiore».
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