Famiglie in rivolta al liceo Dante contro la settimana corta
TRIESTE L’Isis Carducci-Dante passa in blocco alla settimana composta da cinque giorni di lezione, senza il sabato. Le classi hanno inizato ieri, ma la scelta dell’Isis ha creato delle resistenze all’interno del corpo studentesco e dei genitori dell’indirizzo classico del Dante, soprattutto nel triennio. «Il nostro monte ore è di 31 alla settimana - spiega il rappresentante studentesco Marco Facca -, ciò significa che ci troveremo a fare sei ore di lezione ogni giorno». La dirigente scolastica Olivia Quasimodo, però, ribatte: «Mi sembra fuorviante porla come un contrasto tra collegio docenti e famiglie. La nostra scelta va incontro alle famiglie ed è stata maturata a lungo».
Partiamo dal principio. A portare la questione all’attenzione della stampa è Cristina Bongiorno, rappresentante dei genitori che assieme a Facca e altri ha organizzato una petizione che ha raccolto 77 firme contro il cambio di orario: «A fine giugno si è svolto in consiglio di istituto - racconta -. In quella sede ci siamo trovati a votare un ordine del giorno che includeva questa decisione, senza che fosse stata prima discussa a livello più ampio. Non parliamo poi del fatto che gli studenti non sono stati consultati, anche se il loro statuto lo prevede». Il collegio si era concluso con 83 voti a favore e 13 contrari, mentre al consiglio di 13 presenti 5 hanno votato contro.
Tra questi anche Bongiorno: «Mi pare che questa scelta contrasti con quel che è il classico - dice -. In coerenza con la “Buona scuola” renziana, ci dicono che alla mancanza di tempo per studio e approfondimento si sopperirà con un nuovo metodo in classe, ma in cosa consista questo nuovo metodo non si riesce a capire».
Aggiunge Facca, studente del terzo anno di liceo: «Lo scontento fra noi studenti è decisamente diffuso. Per il Carducci è comprensibile, ma per noi è pesante. Bastava facessero un’indagine preventiva e avrebbero evitato tanti problemi».
Commenta la dirigente scolastica: «Da tempo lavoriamo in questa direzione, difficile dire che non abbiamo informato nessuno. Ne abbiamo discusso in tutte le sedi e l’abbiamo maturata dopo 4 anni di sperimentazione». Aggiunge Quasimodo: «La decisione è stata presa a larghissima maggioranza dal collegio docenti, a me spettava portarla in consiglio di istituto». Gli effetti sulla didattica? «Sarà sempre più in classe e più laboratoriale, un’esigenza che abbiamo recepito negli anni anche dagli studenti. Senza dimenticare che comunque la scuola resterà aperta anche il sabato come luogo di studio e attività». Conclude la preside: «Sono stupita da queste polemiche. Siamo arrivati a questa decisione proprio perché sono stati genitori e studenti a chiedercelo. Non a caso i contrari non sono la maggioranza».
Sul tema interviene anche il presidente del consiglio di istituto Paolo Bonivento, a sua volta espressione dei genitori: «Io trovo che il nuovo orario e la nuova didattica siano positivi, perché preparano lo studente al metodo di studio universitario odierno. In questi mesi ho cercato di sentire tutti e non è vero che la contrarietà sia così diffusa. Anche tra gli studenti del classico sono circa un terzo quelli a sfavore».
Conclude il rappresentante: «Importante è che anche i docenti recepiscano il cambiamento e non sommergano i ragazzi di compiti pomeridiani. Significherebbe non aver capito lo spirito». Le lezioni sono avviate, le prossime settimane saranno il banco di prova per il nuovo modello.
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