Famiglia triestina distrutta in un incidente sull'Adriatica
Paolo Radin, 39 anni, la moglie e la figlia di 5 anni tornavano da Mirabilandia. La loro macchina, per la manovra pericolosa di una Punto che li aveva sorpassati, è rimbalzata verso il centro della carreggiata opposta. Proprio in quel momento sopraggiungeva dalla direzione opposta una Nissan Primera

TRIESTE
Un’intera famiglia triestina composta da padre, madre e una bimba che ad agosto avrebbe compiuto 6 anni è morta ieri pomeriggio in un incidente stradale accaduto verso le 17.30 nel Ravennate, tra le località di Voltana e Taglio Corelli, all’altezza della località di Villa Pianta. L’impatto è avvenuto al chilometro 125+600 in corrispondenza di via Margotta, una traversa della statale 16 Adriatica che in quel tratto, immediatamente precedente alla ”Romea” prende il nome di ”Reale”.
La loro macchina, una Honda Jazz, probabilmente per la manovra pericolosa di una ”Punto” che li aveva appena sorpassati, con al volante un giovane di 25 anni di Ferrara, ha dapprima sbandato verso destra e dopo un breve tratto erboso ha centrato una banchina ed è rimbalzata verso il centro della carreggiata opposta.
Proprio in quel momento sopraggiungeva dalla direzione opposta una Nissan Primera condotta da un residente del posto, un cuoco di 40 anni piuttosto noto che stava accompagnando dal dentista il figlio di 8. L’urto è stato devastante e la ”Jazz”, messa di traverso, è stata letteralmente sollevata e spedita nel fossato ai lati della strada, dove la vettura si è ribaltata più volte, adagiandosi nella scarpata laterale, in un campo agricolo adiacente, e finendo completamente distrutta.
Gli occupanti sono anche rimasti incastrati tra le lamiere dell’auto, ma a essere risultato fatale è stato il forte scontro avvenuto con l’altra vettura. Il decesso dei tre a bordo, Paolo Radin, 39 anni, la moglie Cristina Mattiassi, 36 e la figlia Elisa, 5, residenti in città in piazza Foraggi 8, è stato istantaneo, secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri di Alfonsine, prontamente accorsi sul posto.
Ferite molto più leggere sono state riportate dal conducente della Nissan, poi trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Lugo, mentre il figlio miracolosamente è rimasto illeso.
Massiccio lo spiegamento di forze mobilitate per dare assistenza ai coinvolti all’incidente e per mettere in sicurezza la zona. Sul luogo del sinistro si sono precipitate tre ambulanze, mentre dalla base dell’ospedale di Ravenna è stato fatto decollare l’elicottero di Romagna Soccorso.
Sono quindi giunti anche i vigili del fuoco, chiamati soprattutto per cercare di estrarre i corpi, purtroppo senza vita, nell’abitacolo. I vigili si sono poi dovuti occupati della pulizia della sede stradale e della messa in sicurezza delle auto coinvolte nel sinistro.
Drammatica la scena che si è presentata ai primi soccorritori. Nella vettura dei triestini si intravedevano un monopattino e vari giochi da spiaggia, a testimoniare un breve periodo di vacanza della famiglia, che aveva passato la giornata nel vicino parco di Mirabilandia, tipica meta di centinaia di famiglie italiane.
Secondo alcuni testimoni poco dopo si sarebbero fermate altre due vetture con triestini a bordo, conoscenti della famiglia distrutta e forse compagni della medesima gita fuoriporta. Dopo una brevissima sosta sul luogo della sciagura si sarebbero però indirizzati verso un’altra località per evitare ai figli lo choc della scena.
Difficile il compito dei carabinieri, che hanno dovuto ricostruire minuziosamente la dinamica del sinistro, per giunta in un punto dell’”Adriatica” in cui la larghezza della carreggiata non supera i sei metri. Ne sono derivati lunghi rallentamenti e ingorghi.
Alla fine sembra però che la tesi originale abbia prevalso, tanto che il giovane interrogato subito dopo l’incidente è rimasto con i militi fino a tarda ora. La sua manovra avrebbe in sostanza ”stretto” la Honda triestina obbligandola a frenare improvvisamente. Paolo Radin avrebbe quindi perso il controllo della vettura che ha scarrocciato verso destra e ha centrato una sorta di cordolo di cemento che l’ha fatta rimbalzare verso il centro della strada mentre sopraggiungeva la ”Primera”.
Il tratto di ”Reale” dove si è verificato l’incidente è da anni nel mirino dei residenti e delle autorità per la sua elevata pericolosità. Unica via di accesso per chi arriva dal Veneto alle spiagge del litorale ravennate e, più avanti, di quello riminese, ha mantenuto nel tempo una dimensione anni ’50, con corsie strette che mettono a prova costante i guidatori. «È una strada pericolosa, molto stretta, che spesso registra incidenti stradali, anche gravi», ha confermato ieri il sindaco di Alfonsine, Mauro Venturi, che si dice consapevole dei «rischi che si corrono percorrendo una strada sulla quale da tempo il Comune ha sollecitato interventi».
La ”Reale” è di competenza dell’Anas, alla quale Venturi nel passato si è rivolto per sollecitare qualche provvedimento. «Da parte nostra spesso inviamo i vigili urbani a presidiarne la circolazione - aggiunge Venturi -, quanto meno sperando di attuare un’efficace opera di prevenzione per indurre gli automobilisti di passaggio a moderare la velocità».
Il tratto dove è avvenuto l’incidente rientra in uno dei tre stralci ancora in fase di progettazione esecutiva di variante, in grado di bypassare quasi completamente l’attuale ”Reale”, fino al confine con la provincia di Ferrara.
Sgomento ieri sera tra parenti e amici e tra i residenti del condominio di piazza Foraggi, dove la giovane famiglia abitava al sesto piano. Paolo Radin e la moglie Cristina erano impiegati entrambi in istituti bancari cittadini e l’entrata nella loro vita della piccola Elisa era stata la sublimazione di una coppia affiatata da anni.
«Erano una famiglia molto felice, molto unita – ha commentato commossa una vicina – li sentivo sempre giocare con la bambina, era un piacere». Emozioni e flash di vita quotidiana spezzati per sempre da uno schianto sulla strada della morte.
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