Falsifica la firma del padre La mamma lo denuncia

Si chiama Gabriele Sedmak, ha 50 anni, abita a Duino. È finito nei guai per aver falsificato la firma del padre Emilio relativa a una dichiarazione di variazione di un fabbricato. E a denunciarlo sporgendo querela è stata la madre che - secondo gli accertamenti degli investigatori - era presente al momento della compilazione dell’atto. Venerdì Sedmak comparirà davanti al giudice Laura Barresi. È difeso dall’avvocato Isabella Passeri. Il pm Maddalena Chergia ne ha chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico.
La vicenda porta la data del 26 ottobre 2011. Quel giorno era stata presentata una domanda di annotazione di variazione dell’immobile di Emilio Sedmak mediante il frazionamento in sette nuove unità per procedere all’intavolazione del diritto di proprietà. Ma qualche giorno dopo era arrivata la segnalazione della madre di Sedmak, Adele Pacor, che aveva riferito ai carabinieri di aver assistito di persona alla scena del figlio che firmava l’atto a nome del padre. Un atto, si legge nel capo di imputazione, «ideologicamente falso in quanto fondato su una domanda in realtà inesistente e su un “visto” del piano catastale da parte dell’Agenzia del territorio ottenuto mediante la presentazione degli atti a falsa firma di Emilio Sedmak». Da qui una serie di accertamenti che in breve hanno confermato le ipotesi d’accusa e cioè il falso. Ma il fatto singolare di questa vicenda è che l’autore della firma a nome del padre non avrebbe ottenuto alcun vantaggio dall’operazione di variazione dell’immobile mediante frazionamento in sette nuove unità. Nè un vantaggio economico, e nemmeno fiscale. La rendita catastale anzi sarebbe anche aumentata. Ma a quanto pare l’operazione era stata fatta solo per riordinare dal punto di vista amministrativo l’immobile di Aurisina del quale è proprietario Emilio Sedmak. Che di fatto sarebbe comunque stato l’unica persona legittimata a proporre la domanda relativa all’aggiornamento dei dati catastali.
Anche tra padre e figlio, sebbene in buona fede, da quanto emerso, il reato di falso ideologico sussiste ed è perseguibile d’ufficio. Ma il fatto singolare è che a rilevare la falsità della firma di Emilio Sedmak era stata la moglie dell’anziano che aveva proposto una querela (poi ritirata) denunciando il figlio. Erano immediatamente stati attivati una serie di accertamenti da parte degli investigatori e tutti gli atti amministrativi inerenti a questa vicenda erano stati sequestrati per ordine del pm Maddalena Chergia. La quale ha chiesto il rinvio a giudizio. E venerdì il figlio accusato dalla madre di aver falsificato la firma del padre sarà in aula.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo