Falsi poveri a Gorizia, carte truccate per il sussidio
GORIZIA Ormai è tolleranza zero nei confronti di chi, pur potendoselo permettere, non paga servizi, rette, tariffe, affitti o fornisce dichiarazioni non veritiere. Il Comune rafforza l’impegno - sotto forma di controlli, segnalazioni alla Guardia di finanza e persino azioni legali - per stanare i “furbetti” ed evitare che i mancati incassi vadano a depauperare le finanze comunali in un periodo di crisi conclamata.
Sono circa 200 le pratiche per debiti nei confronti del Comune da parte di genitori morosi: decine di migliaia di euro di rette e tariffe non pagate. «A Gorizia - spiega l’assessore comunale al Welfare - non ci sono evasori “pesanti”: gente che, cioé, ha la Mercedes in garage e chiede sussidi e sostegni ma ci sono persone che, in difficoltà e non avendo i requisiti per ottenere aiuti, falsificano le loro posizioni. In altri casi, ci sono famiglie che semplicemente si dimenticano di pagare. Il Comune effettua tutti gli approfondimenti necessari: manda lettere e se non c’è la risposta desiderata, in ultima battuta, ricorre al Tribunale».
Parallelamente c’è l’attività della Gdf che ha sottoposto ad un approfondito controllo le richieste di agevolazione in particolari comparti, quali libri scolastici, maternità, ticket sanitario, al fine di verificare se i beneficiari delle suddette provvidenze pubbliche fossero effettivamente nelle condizioni previste per accedere alle agevolazioni richieste. Il risultato? In materia di “prestazioni sociali agevolate e esenzione ticket” sono stati effettuati, nell’ultimo anno, circa 50 controlli volti a verificare la sussistenza dei requisiti di legge previsti negli specifici settori con percentuali di irregolarità enormi, pari a oltre l’82 per cento dei casi.
Altro capitolo: sono state 232 le irregolarità accertate in materia di mancato rilascio dello scontrino/ricevuta fiscale a fronte di 1.927 controlli. Significa che sono state colte in fallo il 12,4 per cento delle attività: più di una su dieci. Peraltro, scartabellando i dati dei consuntivi degli anni passati, si può dire che il fenomeno ha conosciuto una crescita del 20 per cento. Va ricordato che, a seguito del mancato rilascio dello scontrino o del rilascio del documento per un importo inferiore a quello reale, si dovrà versare una multa pari al 100% dell’importo non documentato, con un minimo di 516 euro. Per i trasgressori dell’obbligo di certificazione dei corrispettivi ricevuti, tramite emissione di scontrino fiscale, si applica la sanzione della sospensione dell’attività da tre giorni a un mese. La sospensione scatta nel caso vengano accertate più di quattro violazioni, nell’arco di cinque anni. «A seguito di tale attività - spiegano le Fiamme gialle - sono state segnalate all’Agenzia delle entrate 13 proposte di chiusura di esercizi commerciali, a fronte delle quali ne sono state accolte 12».
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