Falsa cura per la Sla, Andolina ai domiciliari

Il medico triestino assieme ad altre quattro persone è stato arrestato dai Nas di Brescia: l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e somministrazione di farmaci potenzialmente pericolosi: "L'organizzazione proponeva una cura ai malati gravi dietro pagamento di notevoli somme di denaro" . E Vannoni lo scarica
Marino Andolina
Marino Andolina

TRIESTE C'è anche il medico triestino Marino Andolina tra le cinque persone che questa mattina sono state poste agli arresti domiciliari dai Carabinieri del Nas di Brescia al termine di un'articolata indagine, coordinata dalla Procura di Brescia, dislocata su tre province italiane: oltre Trieste anche Brescia e MIlano.

L'accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e somministrazione di farmaci potenzialmente pericolosi.

Come se non bastasse, stavolta il sedicente "guru" Davide Vannoni, collega di Andolina nella vicenda Stamina, scarica bruscamente, con una breve dichiarazione indiretta, il medico triestino. «Il professor Vannoni non ha nulla a che vedere con le accuse mosse al dottor Andolina - spiega l’avvocato del presidente di Stamina Foundation, Liborio Cataliotti - e chiede di non essere associato a questi episodi».

Il giudice su Stamina: "Solo un'enorme truffa"
Davide Vannoni e Marino Andolina

Secondo gli inquirenti, l'organizzazione somministrava, dietro pagamento di notevoli somme di denaro, una asserita "terapia innovativa" per la cura di gravi patologie neurodegenerative, da svolgere in parte in Italia e in parte in Svizzera. L’indagine coinvolgerebbe in tutto sette persone. Vittime una trentina di pazienti, affetti da gravi malattie tra cui Sla, Sma e leucemia, indotti in errore circa gli asseriti effetti terapeutici di una millantata "terapia innovativa", presentata come fondata sul trattamento di cellule staminali ed esosomi, ricavata attraverso il trattamento di tessuto adiposo ottenuto con interventi di liposuzione, anche nei confronti di donatori, effettuati presso uno studio medico di Brescia.

Gli asseriti "prodotti farmacologici", non autorizzati, non sperimentati clinicamente, privi dei prescritti requisiti di efficacia, sicurezza e qualità e potenzialmente pericolosi per la salute, venivano prodotti in un laboratorio svizzero e somministrati ai pazienti per via endovenosa senza alcuna valutazione clinica, in ambienti extraospedalieri quali hotel, abitazioni private o laboratori di analisi cliniche. L’indagine è denominata «Elfo».

«Il professor Vannoni non ha nulla a che vedere con le accuse mosse al dottor Andolina e chiede di non essere associato a questi episodi». Lo ha detto oggi l’avvocato del presidente di Stamina Foundation, Liborio Cataliotti, in seguito all’arresto del medico triestino, accusato dalla Procura di Brescia di far parte di un’organizzazione che tentava di somministrare, in cambio di denaro, terapie per la cura di malattie neurodegenerative.

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