Fallito il recapito dell’ordinanza di Cisint: i centri islamici di Monfalcone celebrano la preghiera

Impossibile notificare l’atto, inviato sia per raccomandata sia tramite messo del Comune: «Responsabili assenti». Riti regolari su più turni

Laura Blasich
Monfalcone, l’ingresso del centro di via Duca d’Aosta Foto Bonaventura
Monfalcone, l’ingresso del centro di via Duca d’Aosta Foto Bonaventura

MONFALCONE I centri culturali islamici di Monfalcone ieri hanno accolto come sempre i fedeli per la preghiera del venerdì. L’ordinanza dirigenziale emessa dal Comune di Monfalcone per ripristinare, come spiegato nuovamente ieri dal sindaco Anna Cisint, «la destinazione d’uso degli immobili e una condizione di sicurezza nell’utilizzo degli stessi», non è ancora giunta al destinatario.

L’atto è stato inviato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, ma non risulta consegnato al Comune di Monfalcone, che nella tarda mattinata di ieri ha tentato il recapito a mano, tramite un proprio messo, senza riuscirvi.

La sindaca di Monfalcone vieta le preghiere collettive nei due centri islamici

Le associazioni che gestiscono gli spazi di via Duca d’Aosta e via Don Fanin hanno quindi aperto per la preghiera del venerdì, sebbene adottando degli accorgimenti per evitare di superare la capienza delle sale a disposizione. L’accesso dei fedeli è avvenuto in tre turni nel centro culturale Darus Salaam di via Duca d’Aosta, controllato da un servizio d’ordine svolto da volontari. In più turni ha avuto luogo anche la preghiera nel centro Baitus Salat della poco distante via Don Fanin. «No, il referente non c’è, è via, e anche il vice è assente», hanno risposto al messo comunale i ragazzi impegnati nel regolare entrata e uscita nell’ex negozio di mobili. Il tentativo effettuato in via Duca d’Aosta non ha avuto esito diverso. «Il referente Bou Konate non c’è, è via per lavoro, e il vice è pure impegnato al lavoro: può essere che passi solo nel pomeriggio», hanno detto al messo inviato dal Comune, che sul posto non ha inviato la Polizia locale (presenti invece per un rapido controllo della situazione due agenti del commissariato di Polizia cittadino).

L’ordinanza non arriva: a Monfalcone i centri islamici confermano la preghiera
Fedeli musulmani raccolti in preghiera

«Non abbiamo ricevuto niente per ora: la raccomandata non è arrivata e nemmeno l’avviso», ha confermato il referente del centro Darus salaam, l’ex assessore comunale a Monfalcone Bou Konate. «Sono via per lavoro ed è un caso e pure il vicepresidente dell’associazione era impegnato con il lavoro – ha spiegato nel pomeriggio di ieri –. Non c’era quindi nessuno che poteva firmare l’accettazione dell’atto, che vedremo quando arriverà, traendo le conclusioni del caso. Lo ribadisco: siamo assolutamente sereni e tranquilli».

Anche il sindaco Anna Cisint si è definita tale ieri. «Non è questione di un minuto in più o in meno – ha detto –. I centri culturali, che dovrebbero sapere cosa possono o non possono fare, riceveranno l’atto con cui si chiede il ripristino della destinazione d’uso degli immobili prevista dal Piano regolatore e delle condizioni di sicurezza nel loro utilizzo». All’attenzione del settore urbanistica c’è comunque, come dichiara il sindaco, “tutto” e quindi anche gli altri spazi che in città vengono utilizzati come luogo di culto per il rito ortodosso, dalla Chiesa di Cristo e dalle Chiese cristiane evangeliche.

«Questo è un centro culturale ed è un punto di ritrovo anche per gli italiani di fede musulmana», ha tenuto invece a dire prima di entrare per la preghiera Zakaria Legrini, residente in città, dove lavora come operaio. «È vero che metà della preghiera è in arabo, ma l’altra metà è tradotta in italiano – ha proseguito –. E poi qui se c’è un problema si verrà a sapere: il sindaco non ha motivo di attaccare i centri culturali».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo