Fallita a Trieste la Duke, buco di oltre 3 milioni
È fallita la Duke Grandi marche, lo storico salumificio triestino specializzato in prodotti tipici. È una tra le vittime eccellenti della crisi. Con il fallimento è stato cancellato di fatto lo storico marchio in cui la città era abituata a specchiarsi da 46 anni. Una storia, quella della Spa testimonial nazionale della gastronomia locale e che ora è stata praticamente cancellata sull’onda della crisi ecomomica.
La sentenza di fallimento è stata pronunciata dal giudice Giovanni Sansone dopo il nulla di fatto del concordato preventivo da parte del liquidatore Francesco Prioglio. In sessanta giorni dal momento (27 novembre dello scorso anno) in cui ha presentato la domanda non sono state trovate nè altre aziende, nè investitori pronti a rilevare la Duke. Da qui, inevitabile, la decisione del giudice Sansone che ha nominato curatore il commercialista Emilio Ressani.
Il professionisata dovrà alienare i beni della società che faceva riferimento a Francesco Prioglio, ma anche trovare una soluzione per i 55 dipendenti che si trovano praticamente senza posto di lavoro.
Il passivo della Duke ammonta a oltre 3 milioni di euro. Ma l’indebitamento verso le banche è molto più consistente: oltre 7milioni 500mila euro. E il rosso nei confronti dei fornitori è di 2 milioni 4mila euro.
Questa mattina il curatore Emilio Ressani si incontrerà con l’assessore regionale Angela Brandi e provinciale Adele Pino nel tentativo di trovare uno spiraglio in una situazione di grande difficoltà e soprattutto in un momento di grave crisi economica. A rischio concreto c’è il futuro di 55 lavoratori con le loro famiglie che fino a pochi giorni fa erano in cassa integrazione a zero ore. Già nel dicembre del 2012 infatti la Duke aveva messo lo stop alla produzione nel suo stabilimento di Muggia e alla vendita dei prodotti per gravi problemi di liquidità.
Poi l’amministratore Francesco Prioglio aveva portato i libri in tribunale chiedendo la messa in liquidazione dell’azienda proprietaria dello stabilimento di San Dorligo e di una palazzina direzionale oltre che di un’attrezzatura di valore.
C’erano stati contatti mai confermati ma nemmeno smentiti - del possibile interessamento del marchio sloveno Kras, storico partner della Duke stessa, nell'ambito di una presunta trattativa per l’ammontare di 5 milioni di euro. Ma poi non se ne era fatto niente. E così l’agonia di un marchio che ha portato il nome di Trieste sulle tavole di mezza Italia e anche in Europa, è proseguita fino all’epilogo del fallimento.
Il salumificio Duke nato nel 1966 si è particolarmente distinto in tutto questo periodo proponendo prodotti tipici come prosciutti cotti e crudi, Praga, spalla cotta, wurstel e arrosto mantenendo viva la tradizione culinaria e gastronomica austro-ungarica che lo ha contraddistinto dal 1966. Le carni utilizzate nella trasformazione sono sempre state selezionate e certificate nell’ottica della sicurezza alimentare a tutela del consumatore.
I soci della Duke Grandi marche sono Francesco Prioglio titolare della gran parte delle azioni, che ne è stato prima amministratore e poi liquidatore incaricato dal giudice Giovanni Sansone, Maria De Steinkuehl, e il gruppo svizzero Tpsa.
Presidente del collegio sindacale riusulta essere stato Giancarlo Piscopo. Sindaci Lucia Mazzarolli, Tjiasa Svara, supplenti Andrea Giubilo e Vittorio Siard. Dalla visura camerale risulta poi che il responsabile della società è Riccardo Berini.
Pochi giorni fa i lavoratori dipendenti hanno ricevuto dopo quasi un mese di attesa il pagamento, da parte dell'Inps, della quota mensile di Cigs che avrebbero dovuto percepire entro il 15 gennaio scorso. Nessun disguido tecnico o procedurale alla base del disagio, ma semplicemente questioni organizzative interne alla sede locale dell'Istituto nazionale della previdenza sociale. Quasi contemporaneamente la notizia del fallimento.
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