«Falconieri in piazza Unità contro i colombi molesti»

Pellaschiar (bar Urbanis) lancia agli altri gestori di locali l’idea di arruolare rapaci: «Dividiamo la spesa e risolviamo il problema entro la prossima estate»
Di Laura Tonero
Foto BRUNI TRieste 10 05 10 Piccioni all'assalto degli avanzi sui tavolini dei Bar in piazza Unità
Foto BRUNI TRieste 10 05 10 Piccioni all'assalto degli avanzi sui tavolini dei Bar in piazza Unità

«Contro i colombi arruoliamo i falchi». La proposta, che prende spunto da iniziative adottate in altri centri storici italiani, arriva da Germano Pellaschiar. Stufo degli assalti dei piccioni che disturbano i clienti, rubano il cibo offerto agli avventori, rompono decine di bicchieri al giorno sporcando tovaglie e sedie, dopo aver provato mille espedienti il gestore del bar Urbanis si fa capofila di un gruppo di esercenti del centro città per tentare l’ultima carta anti-colombi. «Mi sono già informato – spiega Pellaschiar –, il sistema funziona e bastano cinque sedute. Basta che per cinque volte il falconiere faccia volare il rapace nella zona interessata all’intervento e i colombi spariscono per lo spavento».

Va precisato che il sistema non prevede che i colombi vengano uccisi o attaccati dal falco. Niente vittime, insomma. Il predatore vuole occupare il territorio e la preda deve lasciarlo. Il primo segna l'aria e i suoi confini. Il secondo fiuta e sgomma. I falchi non si trasformeranno in killer ma soltanto in "scomodi vicini". Il rapace è un animale che il piccione non gradisce. Introducendolo, il piccione, che è stanziale, capirà che deve cambiare aria e se ne andrà. «Chi vuole contribuire all’iniziativa – continua il titolare del Bar Urbanis – si metta pure in contatto con me. Dividiamo la spesa e liberiamo i nostri locali dagli assalti dei colombi entro la prossima estate».

Il costo medio di ogni singolo intervento va dai 250 ai 300 euro. Per attuare il metodo - che in termine tecnico è chiamato “Bird control” - serve la collaborazione di un falconiere esperto e qualificato munito delle certificazioni di legge, che utilizzando falchi addestrati disperde e allontana i volatili molesti. In regione sono conosciuti quelli che collaborano con l’aeroporto di Ronchi dei Legionari.

Negli anni a Trieste sono stati messi in atto diversi metodi per fronteggiare gli assalti dei piccioni. I gestori di bar e ristoranti del centro, la zona più amata dai colombi, le hanno provate tutte. Dissuasori ultrasuoni, visivi e perfino le sagome dei falchi sistemate sui tavolini e nell’area circostante il locale. Per non parlare di chi li prende a colpi di scopa o chi usa dei getti acqua per allontanarli. Ma i colombi sono astuti e non ci mettono molto ad abituarsi a qualsiasi espediente, dal momento in cui si rendono conto che è innocuo. Ma con il falco in carne e ossa le cose funzionano diversamente. «Che il sistema dia risultati non ci sono dubbi – valuta l’etologo Paolo Zucca – ma il rischio è che le caratteristiche architettoniche del nostro centro cittadino possano mitigare l’effetto. Va anche tenuto presente che queste iniziative non eliminano il problema ma lo spostano». Nel senso che i colombi spaventati dai falchi non lascerebbero Trieste ma si sposterebbero in una zona diversa da quella “bonificata”. Zucca precisa che in centro città per spaventare i piccioni i falconieri abitualmente non utilizzano il falco reale o pellegrino (questi sì che punterebbero la preda uccidendola) ma rapaci più adeguati a sorvolare spazi più ristretti, come le poiane di Harris «che solo spaventano e non infieriscono sul piccione». «Il falconiere facendolo volare non deve mai perdere di vista il rapace – aggiunge l’etologo –: i falchi hanno bisogno di spazi molto più ampi, di chilometri. Sono più adatti per essere utilizzati in aeroporti, in vasti appezzamenti agricoli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo