Falchi in amore, Valle vietata ai climber

Stop alle risalite sopra il Rosandra fino al 30 aprile per non disturbare l’accoppiamento. Protetto anche il corvo imperiale
Un'eccezionale foto scattata qualche anno fa da Domen Stanic che "immortala" un falco pellegrino tra gli speroni della Val Rosandra
Un'eccezionale foto scattata qualche anno fa da Domen Stanic che "immortala" un falco pellegrino tra gli speroni della Val Rosandra

SAN DORLIGO DELLA VALLE. Il corvo imperiale e il falco pellegrino. Sono queste le due specie molto rare che il Comune di San Dorligo della Valle intende salvare con altrettante specifiche ordinanze, che impongono il divieto di arrampicata, fino al 30 aprile, in alcuni punti della Val Rosandra. Si tratta di provvedimenti articolati e precisi, che prendono spunto da segnalazioni fatte da privati ai responsabili della Riserva naturale della Valle e che parlano di «coppie in evidente comportamento di nidificazione».

Il corvo imperiale sfruttò il ponte di terra dello stretto di Bering, formatosi durante le ere glaciali del Pleistocene, per colonizzare il Nord America: si tratta quindi di uno dei pochi animali, fra i quali vi sono ad esempio l’alce, il lupo e l’orso bruno, ad essere presenti in ambedue i continenti, senza esservi stati importati dall’uomo. Il falco pellegrino, che è diffuso in quasi tutto il mondo, è noto per l’elevata velocità. Si ritiene possa raggiungere, in picchiata, durante la caccia, velocità superiori ai 320 chilometri orari, fattore che lo rende il più veloce animale vivente. Per quanto riguarda quest’ultimo, il divieto di arrampicata riguarda la falesia denominata “la bianca”, con specifico riferimento a tutti gli itinerari situati a sinistra di quello denominato “le ballerine”, fino all’ingresso della galleria della pista ciclopedonale che proviene da Sant’Antonio in Bosco.

L’ordinanza firmata dal sindaco di San Dorligo della Valle, Sandy Klun, che punta a tutelare il corvo imperiale prescrive lo stesso divieto e fino alla stessa data per la falesia chiamata “i falchi”, partendo dall’itinerario di arrampicata denominato “falchi di Nerino” fino alla “Mazzeni” esclusa. «Entrambi i provvedimenti - precisa Claudia Ferluga, dell’Ufficio gestione del Centro visite della Riserva naturale regionale della Val Rosandra - hanno il medesimo obiettivo, quello di salvaguardare la continuità di due specie molto rare come il corvo imperiale e il falco pellegrino. Quando sono in fase di nidificazione - aggiunge l’esperta - è fondamentale lasciarle tranquille da qualsiasi interferenza che può essere rappresentata dalla presenza dell'uomo». A livello normativo, il Comune di San Dorligo della Valle, in qualità di Organo gestore della Riserva, in base alla legge regionale 42 del 1996, che autorizza la stessa amministrazione regionale a firmare convenzioni con soggetti esterni, per assicurare l’adempimento delle funzioni previste dalla normativa, al fine della tutela di habitat o di specie di particolare pregio, «può individuare aree di speciale tutela, all’interno delle quali possono essere vietate attività escursionistiche, alpinistiche o di altra natura». «Il periodo di accoppiamento, deposizione e involo dei piccoli del falco pellegrino e del corvo imperiale - riprende Ferluga - dovrebbe esaurirsi entro il 30 aprile. L’ordinanza punta perciò a garantire la massima tranquillità in questo periodo».

A San Dorligo della Valle queste ordinanze non rappresentano una novità: la tutela del falco pellegrino iniziò nel 2008, quella del corvo imperiale lo scorso anno. Ma ogni volta il provvedimento può assumere caratteristiche diverse, in quanto la sua assunzione dipende dagli avvistamenti. «Abbiamo a cuore le sorti della Val Rosandra - ha ripetuto più volte il sindaco Klun - e di tutto ciò che essa rappresenta come patrimonio naturale e turistico non solo del nostro Comune ma dell’intero territorio che la circonda». Le due ordinanze rappresentano perciò la volontà dell’amministrazione di garantire la conservazione del sito e delle specie che vi abitano e che la scelgono per riprodursi. Sabato scorso, Klun e l'assessore Franco Crevatin hanno ricordato che «esiste un preciso Piano che mira alla tutela dell’intera Riserva».

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