Fake news, il vicesindaco a processo per diffamazione sui presunti taxi per i clandestini

Il segretario provinciale della Lega Nord dovrà rispondere dell’accusa di frasi lesive dell’onorabilità dell’Azienda sanitaria per le parole su taxi e immigrati
Foto Bruni Trieste 08.07.16 Consiglio Comunale-la nuova giunta-Roberti e terranova
Foto Bruni Trieste 08.07.16 Consiglio Comunale-la nuova giunta-Roberti e terranova

Dallo scranno della giunta comunale al banco degli imputati: quella di lunedì 13 sarà, per il vicesindaco Pierpaolo Roberti (che è anche segretario provinciale della Lega Nord), una giornata particolare. Perché si troverà sotto processo. L’accusa della quale è chiamato a rispondere al giudice Marco Casavecchia è quella di diffamazione. In particolare di aver detto cose non vere e lesive dell’onorabilità dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste riguardo l’esistenza di un protocollo per il trasporto in taxi dei clandestini. È difeso dall’avvocato Claudia Eccher di Trento.

A trascinarlo alla sbarra dell’aula 113, al pianterreno del Tribunale, è stato il direttore generale dell’Asuits Nicola Delli Quadri che, tramite il proprio legale, l’avvocato Luca Maria Ferrucci, si era opposto all’archiviazione del procedimento attivato dal pm Massimo De Bortoli. Poi il giudice Laura Barresi aveva disposto l’imputazione coatta ordinando allo stesso pm De Bortoli di procedere contro il vicesindaco. Nel medesimo procedimento lo stesso giudice, nell’aprile dello scorso anno, aveva “assolto” il capogruppo alla Camera e segretario della Lega Nord Fvg Massimiliano Fedriga che in quella circostanza aveva rilanciato le dichiarazioni di Roberti in un’interrogazione al ministro della Sanità.

«A processo per i falsi taxi dei clandestini»
Silvano Trieste 12/04/2014 Via Tor Bandena, Questura, conferenza stampa Lega

La vicenda giudiziaria approdata all’aula dibattimentale è stata innescata dalla pubblicazione il 23 giugno 2015 su un sito web di informazione della notizia dal titolo: “Immigrati in taxi pagati dai triestini”. «La sanità triestina - aveva detto Roberti - è allo sbando e ora si è deciso di tagliare ulteriori servizi ai cittadini e destinare nuove risorse ai clandestini». L’esponente del Carroccio aveva parlato di «un servizio taxi in piena regola che, sia chiaro, non riguarda le urgenze bensì il semplice trasporto di immigrati alle strutture sanitarie locali». Aveva poi rilevato: «Questa è una decisione di suo estremamente discutibile, per loro infatti è gratis mentre per noi no». Le sue parole erano poi state riprese dal parlamentare Fedriga, che aveva presentato un’interrogazione al ministro Lorenzin: «È un’ulteriore beffa che si è abbattuta sui cittadini più deboli - aveva attaccato il deputato -. È un’iniziativa rivolta esclusivamente ai semplici spostamenti dai centri di accoglienza, e che non comprende affatto le urgenze».

Due giorni dopo la stessa notizia era apparsa sul sito www.ilgiornale.it. Così era scritto: «Si tratta di immigrati in taxi pagati dai triestini. La sanità triestina è allo sbando e ora si decide di tagliare ulteriori servizi ai cittadini e destinare risorse, cioè soldi, ai clandestini». E poi ancora: «Si tratta di un servizio taxi in piena regola che non riguarda le urgenze, bensì il semplice trasporto di immigrati alle strutture sanitarie locali: una decisione estremamente discutibile. Per loro è infatti gratis, per noi no».

Quanto denunciato dai leghisti, però, non corrispondeva al vero. Di lì la querela sporta da Nicola Delli Quadri tramite l’avvocato Luca Maria Ferrucci. Poi, nell’opposizione accolta dal gip Barresi, Delli Quadri aveva sottolineato che «la pubblicazione citata ha fornito una notizia destituita da qualunque fondamento, offrendo al lettore una rappresentazione della realtà totalmente difforme dal vero: la notizia non è veritiera». E ora il processo nei confronti del vicesindaco.

Riproduzione riservata © Il Piccolo