Fa il saluto ustascia: politico di Veglia rischia la poltrona

Il presidente del Consiglio comunale di Castelmuschio Kraljic “beccato” su Facebook smentisce ma l’opposizione attacca
Di Andrea Marsanich

VEGLIA. Ormai pare diventata una moda, senz'altro nauseante, che dopo il calciatore della nazionale croata, Joe Simunic, fatto segno di una maxisqualifica della Fifa, ha contagiato tantissimi croati, anche d'importanza pubblica. Il saluto ustascia “Za dom spremni”, ossia “Per la patria pronti”, sta dilagando e l'ultimo episodio ha riguardato, o avrebbe riguardato, Kresimir Kraljic, presidente del consiglio comunale di Castelmuschio (Omisalj), nell'isola di Veglia, che si è fatto fotografare con una sciarpa contenente il tristemente famoso saluto, istantanea postata su Facebook. Dopo la pubblicazione della foto, a farsi naturalmente viva è stata l'opposizione nel parlamentino di Castelmuschio, impersonificata nella lista indipendente intitolata “Povjerenje” (Fiducia) e guidata da Tomo Sparozic, per lunghi anni sindaco della municipalità isolana. Sparozic e i suoi tre colleghi e consiglieri comunali hanno dichiarato che boicotteranno il lavoro del consiglio fino a quanto non si risolverà la scottante vicenda. «Il presidente Kraljic deve essere sollevato dall'incarico – così nella missiva inviata al giovane sindaco socialdemocratico, Mirela Ahmetovic – ha prestato giuramento che avrebbe rispettato la Costituzione e l'ordinamento giuridico della Croazia. Non l'ha fatto e dunque deve essere destituito». Un gruppo di cittadini veglioti ha già sporto denuncia contro Kraljic alla procura comunale di Veglia ma al consiglio comunale, sindaco Ahmetovic in testa, sostengono di non dover prendere posizione sul caso fino alla sentenza definitiva in aula giudiziaria. Interessante rilevare che Castelmuschio è retta da giunta e parlamentino “rossoneri”, una coalizione composta da socialdemocratici, popolari e dalla lista indipendente di Kresimir Kraljic, con il sostegno dell'Accadizeta (centrodestra). Intanto Kraljic ha voluto reagire alle accuse, parlando di foto falsa e di non condividere affatto le posizioni di coloro che si fanno notare per apologia del regime ustascia di Ante Pavelic. «Non ho commesso alcun reato e non ho l'intenzione di rassegnare le dimissioni», ha detto.

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