Ezit dimezza il debito fiscale a 4,5 milioni
Forse febbraio è un mese sensibile alle conciliazioni. Ce ne fu una tanto famosa quanto discussa firmata nel 1929 tra Stato e Chiesa, ce ne è una più recente, meno eclatante ma non priva di una certa importanza che invece è stata sottoscritta un paio di giorni addietro e che è stata resa ufficiale nel pomeriggio di ieri in sede di Commissione Tributaria.
Infatti può essere considerato a buon ragione “storico” l’accordo intervenuto tra l’Ezit in liquidazione e l’Agenzia delle Entrate, accordo che «ridetermina gli importi dovuti dall’ente» e che chiude un interminabile contenzioso durato più o meno 35 anni, dal quale è dipeso il commissariamento liquidatorio di una pubblica struttura creata nel 1953.
Ecco le cifre della “pace” tributaria: la maxi-cartella esattoriale scende da 8,3 (inizialmente ammontava a oltre 9 milioni) a 4,5 milioni (cui si aggiungono gli interessi passivi); il debito fiscale sarà saldato nell’arco di tre anni mediante ratei mensili pari a circa 120-130 mila euro. La prima dazione è prevista tra una ventina di giorni. Le parti sono inoltre all’opera per trovare un agreement relativamente alle ultimissime annate, quelle che vanno dal 2010 al 2015: ma in questo più recente lasso temporale i numeri in ballo dovrebbero essere assai meno impegnativi rispetto al pesante pregresso accumulato dai primi anni ’80.
La “rideterminazione” della cartella è stata resa possibile in quanto non sono state comminate sanzioni, stante l’incertezza nell’applicazione normativa, e sono state diffalcate le imposte sui fabbricati.
La sinteticissima nota dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che anche Equitalia Nord (agente della riscossione) ha condiviso l’intesa e che il risultato ottenuto «risponde alla comune volontà di definire i contenziosi, evitando l’ulteriore protrarsi del giudizio, in un’ottica di economicità dell’azione amministrativa».
L’accordo conciliativo è frutto della trattativa tessuta tra il commissario liquidatore dell’Ezit, Paolo Marchesi, e i vertici regionale e provinciale dell’Agenzia. Ad agevolare il negoziato ha contribuito la cifra di 1,8 milioni di euro stanziata dalla Regione nella Legge di Stabilità a titolo di supporto finanziario alla soluzione dello scottante dossier fiscale. Trattasi comunque di anticipazione, non di intervento a fondo perduto.
Il positivo esito del confronto con l’Agenzia consente a Marchesi di concentrarsi sulla vendita dei beni, allo scopo di incassare il “quantum” per sistemare le posizioni debitorie dell’ente e per chiudere l’iter liquidatorio entro il termine di un anno, così come previsto dal mandato conferito dalla giunta regionale allo stesso Marchesi nel novembre dello scorso anno.
Il monte debitorio complessivo dell’Ezit, compresi i mutui, sfiora i 9 milioni. Marchesi dovrà quindi cedere asset per una cifra analoga, cosa che ritiene «fattibile senza essere costretto a svendere». Perché - precisa il commissario - cominciano a fioccare gli interessamenti all’acquisto di capannoni. E questo viene in soccorso all’obiettivo di Marchesi, che è quello di industrializzare/reindustrializzare le aree gestite dall’ente liquidando. A dare una mano all’Ezit - aggiunge il commissario - stanno infatti intervenendo bandi della Regione e di Invitalia (ministero dello Sviluppo Industriale), che concedono contributi alle aziende che decidono di investire nelle zone richiamate dalla legge Rilancimpresa risalente all’inizio del 2015.Marchesi attende che gli interessamenti divengano offerte, eppoi procederà con atti di evidenza pubblica. Il patrimonio immobiliare dell’ente verrebbe stimato attorno a una quarantina di milioni, per cui l’auspicio è che ai tre Comuni “eredi” - Trieste, Muggia, San Dorligo -, una volta saldati i debiti, non restino solo le briciole.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo