Export in forte ripresa ma non in Fvg

I dati Istat confermano un incremento del 12% a livello nazionale a fine anno. La regione continua a frenare
Di Riccardo Coretti

TRIESTE. Un segno negativo (-9,6%) continua a caratterizzare le esportazioni del Friuli Venezia Giulia nei primi nove mesi del 2012, nonostante la discreta ripresa (+12%) rilevata dall'Istat per la fine dell’anno (+3,5% fino a settembre). Un avvertimento preciso lo aveva già lanciato nelle scorse settimane la Banca d'Italia la quale, elaborando una serie di dati, aveva disegnato una situazione dell'economia regionale tutt'altro che rosea, con un calo della produzione industriale, un indebolimento del settore immobiliare, l'aumento della disoccupazione e la crisi dell'export (-7,1 % del valore a prezzi correnti). Anche in quale caso, con un periodo riferito ai primi sei mesi del 2012, il Nord Est e il resto d'Italia avevano fatto meglio.

Solo in parte aveva inciso sul dato il calo della cantieristica (leggi Fincantieri), a dimostrazione del fatto che la crisi dell'export aveva toccato quasi tutti i settori con poche eccezioni. L'ultimo studio elaborato dall'Istat rileva un dinamica tendenziale positiva per tutti per tutte le ripartizioni territoriali, anche se in progressiva decelerazione nel corso dell’anno. Le regioni insulari (+17,1%) e del Centro (+6,6%) presentano una crescita superiore alla media nazionale (pari al 3,5%), mentre l’Italia meridionale è pressoché stazionaria (+0,1%). Le regioni che contribuiscono maggiormente alla crescita dell’export nei primi nove mesi del 2012 sono Lombardia (+3,7%), Toscana (+8,6%), Sicilia (+16,8%) ed Emilia-Romagna (+3,6%). Tra le altre regioni si segnalano Puglia (+8,3%), Lazio (+3,8%), Marche (+4,8%) e Umbria (+8,4%), mentre marcate flessioni si registrano per Basilicata (-24,5%), Valle d’Aosta (-10,6%), Friuli-Venezia Giulia (-9,6%) e Molise (-9,0%). In riferimento ai diversi settori dell'export, una flessione delle esportazioni dal Friuli Venezia Giulia si registra per mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) con un meno 43,7%, nonché per macchinari e apparecchi (-16,3%). Per quanto riguarda i Paesi di sbocco dell’export, il Lazio, con un incremento tendenziale del 6,2% delle vendite verso i paesi Ue, è la regione che fornisce il maggiore contributo alla crescita delle esportazioni nazionali verso quest’area (+0,3%). Aumenti delle vendite sui mercati Ue, associati a contributi significativi alla crescita delle esportazioni nazionali verso quest’area, si registrano anche per Sicilia (+9,8%) e Puglia (+4,8%). Per Sardegna (-14,5%), Basilicata (-30,5%), Valle d’Aosta (-14,6%) e Molise (-14,0%) si rileva, invece, una forte flessione tendenziale delle vendite nei paesi Ue.

Per quanto concerne le vendite sui mercati extra Ue, le regioni che si caratterizzano per i maggiori incrementi tendenziali nei primi nove mesi del 2012 sono (in ordine di contributo alla crescita delle esportazioni nazionali verso quest’area): Lombardia (+10,2%), Toscana (+14,7%), Piemonte (+10,6%), Sicilia (21,3%) ed Emilia-Romagna (+6,6%). Nei primi nove mesi del 2012 i principali contributi alla crescita delle esportazioni nazionali sono dovuti alle vendite della Lombardia in Svizzera e Stati Uniti. Risultano in forte crescita anche le vendite della Sardegna e della Lombardia verso i Paesi OPEC (rispettivamente +198,7% e +14,7%) e della Sicilia e dell’Emilia Romagna verso gli Stati Uniti (rispettivamente +148,0% e +23,4%). In forte calo risultano, invece, le vendite del Veneto verso la Cina (-29,0%), della Sardegna e della Sicilia verso la Spagna (rispettivamente -19,4% e -34,5%), della Campania verso la Svizzera (-26,8%) e del Friuli-Venezia Giulia verso la Francia (-19,8%). Anche nelle dinamiche delle esportazioni a livello provinciale il Friuli Venezia Giulia registra un record negativo perché Trieste, con un -35,2%, è la provincia che presenta la flessione più rilevante delle vendite all’estero associata a un significativo impatto negativo sulla crescita. Le altre sono Potenza (-29,5%) e Lucca (-9,2%).

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