Expo Mittelschool apre senza il menu previsto dalla gara

Ma l’assenza della carta contrasta con il disciplinare E Paoletti dribbla l’invito della commissione consiliare
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 20 07 05 - Via S.Lazzaro - da Giovanni - Vesnaver
Lasorte Trieste 20 07 05 - Via S.Lazzaro - da Giovanni - Vesnaver

«Nuovo modo di vivere i piaceri della tavola». Lo slogan messo a punto per l’inaugurazione promette meraviglie. Cose mai viste da queste parti. Tanto per cominciare il ristorante & enoteca Expo Mittelschool, che apre oggi alle 18, non sarà “à la carte”. Prezzo fisso ma niente menù, annunciano i gestori Bruno Vesnaver e Luca Morgan. Non si accettano ordinazioni.

Ma sarà possibile? Posto che un menù è obbligatorio per legge, resta da scoprire come si riuscirà ad aggirare l’estratto del disciplinare della tanto contestata gara messo in piedi dalla Camera di commercio per l’assegnazione dei locali di via San Nicolò 5 e che ha visto alla fine prevalere il presidente e il vicepresidente della Fipe. «I prodotti utilizzati sono di origine locale e sono indicati nel menù» si legge al primo capoverso. La “carte” ci deve essere e deve soprattutto indicare i prodotti tradizionali utilizzati. Non ci si fa mancare nulla, dallo sliwowitz (definito distillato di prugne) alla supeta kokosja (sloveno sugo di gallina). Delizie d’ogni tipo: mataviltz, kipfel, bleki, crodighin, mussolo de scoio, miele di maraska, jota, rafioi, calandraca. Anche i sardoni in savor e lo strucolo in strazza. E pure le mitiche patate in tecia in omaggio all’omonimo ristorante di via San Nicolò che ha annunciato una guerra legale contro l’apertura del ristorante Expo Mittelschool.

Il disciplinare della gara indica anche dei riferimenti bibliografici precisi a cui dovrà ispirarsi il menù dell’Expo di Vesnaver e Morgan. Ricette tratte da “La cucina della Mitteleuropa” di Katharina Prato o certificate dal palato noir di Veit Heinichen e Ami Scabar, autori de libro “Trieste la città dei venti”. Oppure ispirate alla bibbia gastronomica di Cesare Fonda (“La cucina triestina”) e alle variazioni austroungariche di Michele Labbate (“A tavola con Sissi e Franz”). Ultimo ma non ultimo, le ricette in triestino di “Xe più giorni che luganighe” di Vesna Gustin. Testo a cui si deve essere ispirato anche Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio, alla richiesta di audizione della terza commissione consiliare depositata il 18 luglio scorso. L’audizione non ha ancora una data. Il presidente della III Commissione, Marco Toncelli attende ancora una risposta dal presidente della Cccia che finora si è sottratto con una certa abilità ad ogni richiesta di confronto con le categorie sull’affaire Expo Mittelschool.

La richiesta di convocazione è firmata da un gruppo trasversale di consiglieri: Giovanni Barbo (Pd), Paolo Bassi (Idv), Manuel Zerijul (Pd), Marino Andolina (Federazione della sinistra), Roberto Decarli (Trieste), Michele Lobianco (Fli), Marino Sossi (Sel), Paolo Menis (Movimento 5 Stelle). «Appreso che negli ultimi mesi il clima di pacifica convivenza e leale concorrenza tra i vari operatori del settore è stato minato dalla vicende legate alla gestione dell’Expo Mittelschool - scrivono i consiglieri comune - chiediamo sia fatta chiarezza sul ruolo di garanzia e terzietà della Camera di commercio rispetto ai propri associati». Una chiarezza che pretende anche l’associazione Acepe schierata contro l’apertura del locale fin dal 2004. L’avvocato Piero Santi ha già chiesto al presidente della Commissione di potere essere presente all’audizione di Paoletti (quando ci sarà) per conto dell’associazione. «Vogliamo capire se tutto si è svolto in modo corretto. Lo chiedono i nostri associati» spiega l’avvocato Santi. Un altro legale in campo. L’Expo Mittelschool ha già più clienti che il ristorante.

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