Ex vicesindaco di Turriaco in carcere per corruzione

Poco prima di Natale si era detto del tutto estraneo all’ipotesi di corruzione avanzata dall’indagine della Procura di Roma e pienamente fiducioso dell’operato della magistratura

TURRIACO Poco prima di Natale si era detto del tutto estraneo all’ipotesi di corruzione avanzata dall’indagine della Procura di Roma e pienamente fiducioso dell’operato della magistratura.

Mario Schiavon, presidente dell’Ente di previdenza degli infermieri e degli operatori sanitari, nonché ex vicesindaco e assessore comunale a Turriaco dal 2000 al 2010, è stato però arrestato ieri mattina in seguito al provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale capitolino, su richiesta della competente Procura, per reati di corruzione.

Ombre di corruzione all’Enpapi Indagato il presidente Schiavon


In manette sono finiti anche il direttore generale dell’ente, Marco Bernardini, Giovanni Egidio Conte, vicepresidente della TenderCapital, l’avvocato Piergiorgio Galli e il commercialista Enrico Di Florio.

È stata una segnalazione dell’Unità informazione finanziaria della Banca d’Italia a far partire le indagini. Le contestazioni riguardano «plurime tangenti» corrisposte ai vertici Enpapi dall’imprenditore e dai due professionisti, che, secondo quanto affermato dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, hanno «così ripagato i notevoli vantaggi economici goduti grazie all’ente, sotto forma di numerosi incarichi di consulenza conferiti loro dalle società di gestione dei fondi in cui ha investito l’ente previdenziale, i quali hanno fruttato compensi professionali per circa 50 milioni di euro dal 2012». Al centro degli accertamenti operazioni di compravendita immobiliare fittizia, consulenze pagate a peso d’oro e utilità come il pagamento di due bonifici da 22 mila euro, lavori di ristrutturazione di un appartamento per 25 mila euro e un biglietto aereo per due persone per assistere alla finale di Champions League del 2015 a Berlino. Chi indaga ritiene che queste operazioni siano avvenute inducendo in errore gli organi di vigilanza interni.

Nell’ambito dell’operazione, denominata “Rococò”, nuove perquisizioni sono state effettuate ieri in studi professionali e aziende. I militari hanno avviato, parallelamente, il sequestro di somme di denaro, beni mobili e immobili per circa 350 mila euro, pari all’importo dei fatti corruttivi finora accertati.

L’arresto è stato quindi giudicato la misura «proporzionata» da applicare per il Gip Elvira Tamburelli, come si legge nell’ordinanza con cui il giudice ha disposto la misura cautelare, alla luce della «gravità degli addebiti» e del «pericolo attuale e concreto di reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi da parte degli indagati». —


 

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