Ex valichi, la Provincia di Gorizia: «Li acquistiamo noi»

L’idea di Gherghetta: «Il Comune li ceda al nostro ente ad un prezzo simbolico». L’intenzione è di risistemarli e farli diventare sede del “Museo del Novecento”
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 25.08.2013 Valico Merna Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 25.08.2013 Valico Merna Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Era il 2010. La Provincia ottenne al prezzo simbolico di un euro la tratta ferroviaria incompiuta Redipuglia-Cormons. Perché ricordiamo oggi quell’acquisizione? Perché l’ente guidato da Enrico Gherghetta sarebbe ben felice di poter ripetere l’operazione con gli ex valichi confinari, oggi malridotti e consegnati al degrado e all’abbandono. L’interlocutore è il Comune, il quale non sembra avere alcuna intenzione di valorizzare quei siti. E ci riferiamo in particolar modo alle strutture di San Pietro e di Merna.

La proposta

della Provincia

«Già nel 2010 - ricorda il presidente Gherghetta - chiedemmo al Comune di Gorizia di poter acquistare i valichi al prezzo simbolico di un euro ciascuno per poi avviare un progetto di valorizzazione storica e culturale delle due strutture confinarie. Una proposta alla quale l’amministrazione Romoli rispose picche. Oggi, visto che il degrado continua e non c’è lo straccio di un progetto di riqualificazione, rilanciamo con forza la nostra proposta».

Gherghetta è determinato. «Basterebbe mettere in sicurezza quelle casermette. Non occorrono investimenti milionari anche perché è giusto non stravolgere l’aspetto degli ex valichi - argomenta il presidente -. Piuttosto che vedere un pezzo della nostra storia morire così, spero che il Comune ci ripensi e ci dia la possibilità di sistemare le strutture a nostre spese. Se non sa cosa farsene, tanto vale che le ceda a noi».

C’è anche un progetto. «Come vorremmo riutilizzare gli ex valichi? Semplice, potrebbero diventare simboli del “Museo aperto del Novecento”. All’interno vedrei bene manifesti che ripercorrono la storia del confine e tutta una serie di curiosità relative alla prepusnica e ai rapporti fra Gorizia e Nova Gorica. Queste strutture rimarrebbero aperte e non ci sarebbe bisogno nemmeno di un guardiano. C’è il pericolo che i vandali entrino e spacchino tutto? Potremmo coinvolgere le associazioni di quartiere e i volontari. Non lo vedo un problema insormontabile».

Chissà, allora, che la presa di posizione della Provincia non spinga la giunta comunale di Gorizia a un ripensamento. E che la memoria del confine - simbolo dell’identità storica e culturale di Gorizia - possa essere così salvaguardata, anziché lasciata cadere nell'oblio.

Panorama

sconsolante

La presa di posizione di Gherghetta fa seguito al nostro servizio dei giorni scorsi dedicati proprio al degrado degli ex valichi di confine. La “casermetta” che si trova in via Vittorio Veneto, all'ex valico di San Pietro, continua ad essere lordata da graffiti e scritte con lo spray. Sino a due anni fa (facemmo un analogo servizio nel novembre 2011) chiunque poteva entrarci dentro visto che la porta era semiaperta. Oggi gli accessi sono sprangati ma la struttura continua ad essere tristemente degradata. Stesso discorso all'ex valico di Merna. Addosso la casupola c'è finito anche un camion che ha danneggiato il tetto. Nessuno è intervenuto per metterlo in sicurezza: sono stati solamente sistemati dei blocchi di new jersey bianchi e rossi che indicano il pericolo e costringono auto e pedoni a procedere a debita distanza. La facciata, poi, sta andando a pezzi con pezzi di intonaco caduti a terra. Decisamente migliore la situazione in via San Gabriele: la struttura resiste e non ha incontrato (per ora) l'interesse dei graffitari ma rimane tristemente vuota, quando più di qualcuno aveva progettato un futuro di "luogo-simbolo" del confine che non c'è più. Sopravvive anche lo storico valico della Casa Rossa: a differenza di quello sloveno, demolito per far posto alla nuova viabilità, la caserma italiana continua a offrire ospitalità alla Polizia di Frontiera. C'è anche il caso di un intervento privato: a essersi salvata dall'incuria è la casupola in fondo a via degli Scogli: a rimetterla a nuovo, però, non è stato un ente pubblico (ci mancherebbe) ma un cittadino privato che l'ha trasformata nella sua residenza.

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