Ex ospedale militare pronto ma nessuno vuole gestirlo
Il bando era lungo sette pagine, l’esito di quel bando è scritto in due sole righe: “Con decreto del direttore generale - seguono numero, protocollo e data del 23 settembre - la selezione in oggetto è stata dichiarata deserta per assenza di offerte pervenute”. Il grandissimo ex Ospedale militare ristrutturato a campus per studenti universitari, ma anche per ospitare studenti e docenti stranieri e di passaggio, allievi della Sissa e del Tartini, e d’estate chiunque a “libero mercato”, non ha trovato nessuno “interessato” a manifestare un impegno da 10 a 19 anni per la sua gestione. E, prima di quella, per il completo arredo di 163 stanze con 239 posti letto, 172 posti auto, più bar, biblioteche, portineria, market, palestra, sale di lettura e tutta la ricchezza di soggiorno distribuita su un primo edificio di quattro piani e 2.162 metri quadrati e un secondo corpo di sei piani per 14.276 metri quadrati.
L’Università insomma, che aveva avuto in pratica un solo abboccamento da parte di una società che opera nella gestione di case dello studente, ha dovuto alzare per il momento le braccia. «È un dato di fatto che il bando è andato deserto, l’abbiamo dovuto certificare - afferma il rettore Maurizio Fermeglia -, chi si era proposto non ha confermato l’impegno, ha ritenuto di non poter trarre vantaggio dall’operazione».
Infatti la soluzione proposta era piuttosto particolare, e cioé imporre l’arredo totale da circa 1 milione di euro a fronte di inquilini che in prevalenza (176 posti letto) dovevano per vincolo entrare con la dotazione delle agevolazioni Ardiss (ex Erdisu), un introito già calcolato in perdita. Che gli affitti a libero mercato forse non avrebbero compensato. In più, l’Ardiss stessa, agenzia regionale, che teoricamente sarebbe stata uno degli enti il cui profilo era corrispondente alle indicazioni del bando, non solo non s’era fatta avanti affermando che la Regione non avrebbe finanziato l’operazione triestina, ma si era anche lanciata a dire che gli iscritti stanno calando, e che con le nuove aperture di sedi per studenti ristrutturate o in corso di allestimento i posti a Trieste rischiavano di essere già troppi. Oggi, anche senza i nuovi siti Ardiss, le richieste degli studenti con Isee nei limiti vengono soddisfatte in pieno. «E questa affermazione ha fatto definitivamente scappare il nostro interlocutore - spiega molto contrariato Fermeglia -, perché anche se l’affitto agevolato per gli studenti meritevoli porta poco, è pur sempre una base sicura».
Così si constata che su un campus straordinario come questo, ideato più di 15 anni fa, il tempo non è passato invano, ma ha provocato danni, progetti e lavori durano tanto da farsi sorpassare dalla storia: «Chi poteva prevedere la crisi, il calo delle immatricolazioni?». Lo scorso settembre c’è stata l’ispezione del ministero ai lavori edilizi conclusi, «e abbiamo anche avuto i complimenti» dice il rettore. Ma sfuma in pieno quel vincolo che avrebbe imposto di rendere operativo a ottobre l’investimento fatto. E adesso?
«Porteremo il problema all’attenzione del Consiglio di amministrazione, ragioneremo su che cosa fare. L’Università non può gestire in proprio. Ma è un’opera importante per tutta la città. Ci metteremo dei soldi, a costo di fare sacrifici, e sempre spero che altri enti pubblici del territorio ci diano una mano».
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