Ex Messico, sesso nel privè Arrestato il titolare
Da quasi un decennio lo chiamano Malibù, ma il nome d’arte nell’immaginario resta quello dell’insegna messa lì nella seconda metà del Novecento: Mexico. Da ieri mattina lo storico night club di via XXX ottobre, ironia della sorte a un passo dall’odierna filiale di Equitalia, è chiuso coi sigilli della Procura, messi dalla Guardia di finanza. Sottoposto a sequestro preventivo. E sempre da ieri mattina l’attuale proprietario, il 45enne Nevio Guerra, è chiuso a sua volta. In una cella del Coroneo. Lo ha disposto, accogliendo la richiesta del Pubblico ministero Matteo Tripani, il Giudice per le indagini preliminari Laura Barresi. Su di lui pesa l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Lo difenderanno gli avvocati Sergio Mameli e Nicoletta Sette dei fori di Trieste e Treviso.
Al Malibù ex Mexico, infatti, quanto meno negli ultimi mesi - così sostengono le indagini portate avanti proprio dalla Guardia di finanza e coordinate dal pm Tripani - lavorava un manipolo di ragazze straniere che, in base alla mansione per la quale erano state assunte, si sarebbero dovute chiamare cameriere. Il loro nome d’arte, però, commisurato alla loro effettiva attività, le descriveva altrimenti: ballerine, intrattenitrici. Alcune, poi, tra una danza in intimo provocante e un flute di bollicine, offerto magari da un cliente già un po’ su di giri (e di gradi) a prezzi degni della miglior tradizione dei locali notturni, sparivano nel privè. Non da sole, ma proprio con il cliente che non s’accontentava di bere e guardare. Per quanto sparivano lo decideva lo stesso cliente, perché in fondo è lui che ha sempre ragione. A patto che sapesse quanto gli sarebbe costato, e che pagasse anticipatamente alla cassa. Una cifra vicina ai 300 euro all’ora in cambio di abbracci pelle a pelle, effusioni spinte e carezze reciproche a sfondo sessuale. Il tutto con la consapevolezza, la regia secondo l’accusa, di Nevio Guerra.
Già perché il tutto, quello che avveniva cioè nelle stanzette attrezzate a privè, da primavera in qua è stato abbondantemente documentato. Registrato da telecamere nascoste. E in alcuni filmati acquisiti dagli investigatori delle Fiamme gialle e della Procura di Trieste sarebbe peraltro evidente la presenza dello stesso Guerra, impegnato talvolta a incassare di persona dal cliente il corrispettivo della prestazione concordata con l’intrattenitrice.
Un’attività non lecita che, come detto, è stata stoppata ieri all’alba, quando gli stessi investigatori della Finanza si sono presentati direttamente all’ingresso del Malibù, dove hanno esibito tesserini e documenti. Tra questi l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Guerra. Il quale, al momento del blitz, era presente proprio nel suo locale.
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