Ex Maddalena: via libera in giunta al progetto con negozi, uffici, case
TRIESTE. Dove oggi c’è una voragine rinforzata e ripulita affinché la situazione non precipitasse, sorgeranno due fabbricati dotati di ampi parcheggi privati e pubblici. L’area, che attornia il cantiere, sarà riqualificata nell’assetto viario, nell’illuminazione pubblica, nelle reti idrico-fognarie ed elettrica. Ventimila metri quadrati, laddove una volta operava il comprensorio ospedaliero della Maddalena, vivranno una seconda vita. Finalmente, visto che, nel rispetto di una certa flemma triestina, la storia post-ospedaliera era iniziata nella primavera 2001 con un accordo di programma “a quattro” tra Regione, Comune, Azienda sanitaria.
Adesso Francesco Fracasso, l’imprenditore veneto esperto di “rigenerazioni urbane”, ha lo strumento amministrativo che legittima l’operazione di recupero: la giunta comunale, presieduta dall’assessore “anziano” Lobianco in assenza del sindaco e del suo vice, ha detto sì alla ridefinizione del programma realizzativo. Parola all’assessore Luisa Polli: il nuovo accordo non comporta variante al Piano regolatore, quindi non abbisogna della ratifica consiliare. Dovrà essere firmato, oltre che dal privato Htm Nord Est (alias Fracasso) e dal Municipio, anche dalle “confinanti” Azienda sanitaria e Ater.
Htm dovrà predisporre la progettazione esecutiva, poi potrà aprire il cantiere. Fracasso, che causa Covid aveva visto slittare il cronoprogramma di partenza, conta di brindare a una prima inaugurazione nella primavera 2021. Il quadro edilizio complessivo richiede un investimento superiore ai 30 milioni di euro. È perimetrato da via dell’Istria, via Giuseppe Marenzi, strada di Fiume, via dei Molini, via Costalunga.
L’accordo di programma codifica quanto l’imprenditore veneto aveva anticipato la scorsa estate. La parte fabbricata si articola in due edifici per un totale di 5.000 metri quadrati commerciali, 2.400 mq direzionali, 2.000 mq residenziali. Il primo, su 1.850 mq, sarà dedicato alla vendita al dettaglio di generi alimentari e sarà dotato di un parcheggio “a cielo aperto” e di tre piani parking seminterrati-interrati. Il secondo coltiverà una triplice vocazione: 3.150 mq spetteranno alla vendita al dettaglio di generi “non” alimentari, un piano di 2.400 mq al direzionale (saranno uffici dell’Azienda sanitaria?), un ultimo piano di 2.000 mq al residenziale.
Proprio il residenziale, con una previsione di 16 unità abitative, rappresenta la novità di maggiore rilievo, novità a cui Fracasso aveva già accennato a fine giugno, essendosi però riservato una valutazione più precisa. Allora il “rigeneratore urbano” aveva parlato di un numero limitato di alloggi “customizzati” (realizzati su misura per l’acquirente). In precedenza, Fracasso aveva cancellato del tutto la dimensione residenziale, avendo ritenuto sconsigliabile ampliare il già consistente stock di invenduto.
Insomma, ora può partire la terza scommessa in cui Fracasso si è lanciato nell’economia triestina durante il quinquennio 2015-20. Le prime due si sono concluse con un buon esito: Center Casa in corso Saba (7,5 milioni) e Obi (18 milioni) al posto del concessionario auto Dino Conti. L’ex Maddalena non è roba da dilettanti: un paio di anni fa l’imprenditore ha risolto l’impasse creato dalla crisi di General Giulia 2, la cordata formata da Riccesi-Cogg, Cividin, palazzo Ralli, Carena, Platon. La fase economica non è delle più entusiasmanti: comunque Fracasso ha alle spalle un portafoglio di 150 operazioni “rigenerative” e ha in mente altri due blitz triestini, sui quali ha mantenuto un assoluto riserbo.
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