Ex dipendenti Euronics senza il Tfr dal 2018: «Altrove è già arrivato»

 Liquidazione disposta a luglio, ma l’Inps di Trieste non ha chiuso la pratica. L’ente: «Soluzione a breve»
Silvano Trieste 2018-02-10 Il punto vendita Euronics al Giulia
Silvano Trieste 2018-02-10 Il punto vendita Euronics al Giulia

TRIESTE. Prima, la lunga procedura di fallimento al Tribunale di Milano. Dopo, le lungaggini burocratiche e qualche inciampo, con la pandemia che ci ha messo lo zampino. Il risultato è che i venti ex dipendenti Euronics del centro commerciale Il Giulia, rimasti senza lavoro nel settembre 2018 dopo il fallimento del gruppo Galimberti (la proprietà di Euronics) e la conseguente chiusura del negozio, sono ancora in attesa di ricevere i loro Tfr.

La procedura di liquidazione spetta all’Inps, che a Trieste non ha ancora portato a termine la pratica, a differenza di quanto successo in altre città italiane, come Udine. I dipendenti del negozio triestino, dunque, sono tra quelli ancora in attesa del proprio denaro e ora la Direzione provinciale dell’ente assicura il massimo impegno per chiudere la partita «in tempi brevi».

La vicenda inizia nel 2018, con il crac del gruppo milanese Galimberti, costretto a chiudere, in settembre, la maggior parte dei propri punti vendita in Italia. L’iter giudiziario si è concluso lo scorso 31 luglio, con la disposizione del Tribunale di Milano all’Inps di liquidare i Tfr dei dipendenti. «È da mesi che tentiamo di avere una risposta dall’Inps», spiega Alessandro Zucca, uno degli ex dipendenti Euronics del negozio un tempo situato all’interno del Giulia, che si fa portavoce del gruppo di lavoratori.

« Abbiamo richiesto delucidazioni sui tempi - precisa - telefonicamente e per via telematica decine di volte, ma senza risposta. Abbiamo contattato più volte anche la sede centrale a Roma, ma senza risultati: nessuno è stato in grado di darci una risposta sullo stato della pratica. Capiamo che sia stato un anno difficile e che il nostro non sia l’unico problema da affrontare per l’ente, ma quello che ci ha stupiti è che abbiamo saputo che in altre città italiane alcuni nostri ex colleghi hanno ricevuto i loro Tfr, alcuni già lo scorso agosto, altri in ottobre e altri ancora, come a Udine, in dicembre.

Sappiamo - continua Zucca - che prima o poi riceveremo anche noi i nostri soldi, ma non riuscire a comunicare con qualcuno in carne e ossa che dia qualche indicazione concreta è frustrante. In questi mesi abbiamo più che altro ricevuto risposte preconfezionate e generiche. Non era e non è nostra intenzione fare polemica con l’Inps, ma davvero non sapevamo più cosa fare per trovare un canale di comunicazione. Per noi è una questione cruciale: sono i soldi che abbiamo versato in molti anni di lavoro e - continua - per alcuni di noi, rimasti in strada e non ancora rioccupati, quel denaro era ed è di vitale importanza».

Interpellata sulla vicenda, la Direzione provinciale Inps di Trieste assicura di essere al lavoro sulla pratica per chiuderla nel minor tempo possibile. «Negli ultimi mesi - spiegano dalla Direzione - il carico di lavoro per far fronte alle prestazioni legate alla pandemia, a partire dai trattamenti della Cig, è stato enorme. Quindi si sono verificati dei rallentamenti dovuti all’intensa attività e alla concomitanza con le prestazioni fornite sul fronte Covid. Ma il caso è alla nostra attenzione e garantiamo il massimo impegno per risolverlo in tempi brevi». 

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