Evelina Christillin a Trieste come “ambasciatrice” dei valori della vela

«È un ottimo veicolo per messaggi su sostenibilità e diritti umani»

Giulia Basso

TRIESTE La incrociamo allo stand di The Ocean Race, dove è impegnata a dialogare con alcuni velisti di passaggio. Si è reimprovvisata hostess per un giorno, “così mi sembra di tornare indietro nel tempo”, ma il suo incarico è di tutt’altro profilo: Evelina Christillin presiede il comitato “Genova The gran finale”, la tappa conclusiva dell’edizione 2022-2023 del famoso giro del mondo a vela. Metà genovese e metà torinese, ha un curriculum di peso: è stata presidente dell’Enit, presidente del Comitato promotore e vicepresidente del Comitato organizzatore dei giochi olimpici invernali di Torino 2006, e oggi presiede la Fondazione museo egizio di Torino ed è membro Uefa del consiglio Fifa. E’ sposata da 40 anni con Gabriele Galateri di Genola, presidente del Generali, ma «in questi casi mi tolgo il cappello Generali, perché non voglio essere la moglie di...». Sarà sulla stessa barca del marito oggi per partecipare alla sua decima Barcolana, cui prenderanno parte anche i suoi nipotini. E’ arrivata qui per questa grande festa del mare, ma anche per farsi portatrice, per conto di “The Ocean Race”, di un messaggio di sostenibilità affidato al simbolo "Relay 4 Nature”, un oggetto prodotto con del legno recuperato dal mare, consegnato durante il Sea Summit al presidente della SVBG Mitja Gialuz. «E’ la nostra torcia della vela, che passa da una mano all’altra come messaggio di un mare che conserva e restituisce».

Lo sport può farsi portavoce di messaggi importanti per la società? 

Ne sono fortemente convinta. Anche nella Fifa e nella Uefa abbiamo costituito una direzione per la sostenibilità e per i diritti umani, per combattere le insopportabili derive razziste che talvolta ci sono nel calcio. La vela è un ottimo veicolo per questo tipo di messaggi.

Lei è l’unico membro europeo femminile Uefa nel consiglio Fifa. Come vive questo suo ruolo?

Non me ne faccio un problema, è una questione di competenza e autorevolezza. Sono 20 anni che lavoro nel campo dell’organizzazione sportiva e mi occupo di bilanci: su questo tema porto il mio contributo.

Ultimamente ha detto che i giocatori di calcio sono pagati troppo. E le calciatrici?

E’ una questione di sostenibilità economica: nelle grandi squadre i ricavi sono cresciuti ma i costi sono letteralmente lievitati e se non ci si metterà d’accordo tra stakeholder si rischia che il banco salti. Quanto alle calciatrici gli stipendi si basano sui fatturati, ma con Sara Gama, triestina doc e mia grande amica, abbiamo vinto almeno la battaglia per il professionismo femminile: dal 2022-2023 finalmente anche le ragazze avranno un’assicurazione sanitaria e i contributi previdenziali pagati.

E’ una donna di potere e responsabilità sposata con un uomo di potere e responsabilità. Come riuscite a gestirvela? Siamo sposati da 40 anni e nonni di tre nipoti: ne abbiamo passate e viste di ogni. Stiamo benissimo: lui vive tra Milano e Trieste e io a Torino, ci vediamo nei weekend. Abbiamo interessi diversi e nessuno pesta i piedi all’altro. Ciò che conta per me e credo anche per Gabriele non è il potere, ma la volontà di fare qualcosa con serietà e competenza, a beneficio anche degli altri. Sono orgogliosa di essermi occupata delle Olimpiadi prima e del del Museo Egizio ora, perché sento di fare qualcosa per la mia città.

La pandemia ha impattato brutalmente sulla cultura e sullo sport. Torneranno i pubblici di prima?

Da lunedì intanto avremo la capienza al 100% per cinema, teatri e musei. Il Museo Egizio, che dopo molte chiusure forzate abbiamo riaperto per la quinta volta a giugno e rilanciato con due nuove sale, ci sta ripagando con ottimi risultati. Il pubblico sta tornando.

Cosa si augura per il futuro del suoi nipoti?

Che questo paese sia un luogo dove i giovani vogliano e possano restare, che abbiano la possibilità di trovare un orizzonte aperto, come quello che ci offre questo mare.

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