Evasione fiscale, nell’Isontino record di furbetti
In attesa che si definisca la posizione di Filippo Formentini, accusato dalla Guardia di finanza di aver sottratto all’erario 1,5 milioni di euro, si scopre che Gorizia e Trieste sono terre di evasione fiscale e furbetti. Più di Pordenone e Udine.
A evidenziarlo non sono sensazioni ma numeri oggettivi, incontestabili. Nei primi cinque mesi del 2013 (sono gli ultimi dati a nostra disposizione) sono state effettuate dalle Fiamme gialle verifiche che hanno portato al recupero di 51 milioni di euro ai fini della tassazione: 56 i milioni recuperati a Trieste, 35 a Udine e 32 a Pordenone per un dato complessivo regionale di 174 milioni di euro. Ai fini dell’Iva, invece, il recupero a tassazione è stato di oltre 42 milioni (26 a Udine, 11 a Trieste, 4,5 a Pordenone, 500mila a Gorizia). Tutto ciò grazie all’opera della Guardia di finanza e ai suoi controlli sempre più stringenti e efficaci: l’attenzione maggiore è stata posta sui fenomeni più gravi e distorsivi della libera concorrenza e del mercato, al contrasto dell’economia sommersa, dei reati tributari, delle frodi fiscali, dell’elusione e dell’evasione fiscale internazionale, tenendo in prioritaria considerazione il contrasto delle frodi e degli sprechi sul versante della spesa pubblica, senza trascurare la prevenzione e la repressione degli illeciti legati al riciclaggio di denaro e dei reati societari e fallimentari.
Ma andiamo oltre. Sempre nei primi cinque mesi del 2013 sono stati individuati a Gorizia 12 evasori fiscali totali. Se guardiamo al resto della regione, nel mirino delle Fiamme gialle sono finiti 35 evasori a Udine (26 totali e 9 paratotali), 23 a Trieste (16 totali e 7 paratotali), 22 a Pordenone (21 totali e uno paratotale). Complessivamente sono state “stanate” 75 persone completamente sconosciute al fisco, la cui scoperta ha consentito di proporre per il recupero a tassazione di 127 milioni di euro di basi imponibili ai fini delle imposte dirette e 9,5 ai fini Iva. E passiamo alla piaga dei lavoratori in nero. Le Fiamme gialle sono riuscite ad individuarne 51 nell’Isontino contro i 71 scoperti a Udine, 39 a Pordenone, 11 a Trieste. Gorizia, peraltro, ha una peculiarità: in città ma anche nel resto della provincia, le evasioni fiscali sono legate alla vicinanza con l’Europa dell’Est che ha consentito agli imprenditori di ricorrere con una certa facilità a manodopera non in regola con la normativa sull’immigrazione. «Quello del lavoro nero è un’autentica piaga sociale. L’Isontino non è immune da questo fenomeno che colpisce soprattutto le persone più deboli che pur di lavorare accettano di non essere regolarizzate». Che fare allora? I sindacati, la Cisl in particolare, non hanno dubbi. E auspicano un inasprimento reale dei provvedimenti a carico di chi non mette «in regola» i propri dipendenti. «Non ci sarà un salto di qualità nella lotta al lavoro sommerso sino a quando non verranno introdotte “sane” sanzioni penali a carico delle aziende. Bisogna colpire quelle ditte che fanno un uso quasi sistematico di lavoratori sconosciuti al Fisco: si deve debellare questo cattivo costume».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo