Europee, in Fvg Forza Italia non trova l’anti-Dipiazza
TRIESTE. C’è Silvio Berlusconi che attende la decisione del Tribunale di Milano e, per Forza Italia Fvg, è un buon motivo per allungare i tempi della decisione sulle candidature europee. Ne servono due del territorio, almeno una di un certo peso. Secondo alcuni, alla fine, toccherà a Sandra Savino. Obtorto collo. Secondo altri potrebbe invece “sacrificarsi” Elio De Anna. Non lo vuol fare nessuno, in casa azzurra, il candidato alle europee. Altrimenti, qualcuno si sarebbe già fatto avanti. E avrebbe ottenuto il via libera del neonato coordinamento regionale. Al contrario, non risultano volontari. Anzi, da quando si è materializzata la candidatura di Roberto Dipiazza, siamo al fuggi-fuggi.
Secondo logica dovrebbe toccare a uno della triade cui Berlusconi ha affidato il rilancio del movimento. E quindi a Savino, a Riccardo Riccardi o a Massimo Blasoni. E invece, a ieri sera, non risultavano passi avanti. «Hanno paura di contarsi, tanto più adesso che c’è Dipiazza», dicono in tanti nell’ambiente del centrodestra. La risposta ufficiale ai mal di pancia interni è firmata dalla coordinatrice. E il contenuto è un mix tra vicende nazionali e sferzate locali. «Ogni decisione sulle candidature alle europee per Fi non può non prescindere dai tempi della decisione del Tribunale di Milano sull'agibilità del presidente Berlusconi – scrive Savino –. È chiaro dunque che, anche in Friuli Venezia Giulia, la parola finale sulle proposte che saranno fatte dal nostro territorio spetteranno allo stesso Berlusconi, sottoposto in queste ore, oltre alla pressione per l’attesa di quanto verrà sentenziato dalla magistratura, anche alla delusione di vedere come alcuni dei protagonisti della scena politica locale gli abbiano voltato le spalle, pur dovendo a lui la loro stessa esistenza politica». Detto che Fi vive una condizione «particolare, generata dal fatto che la corsa elettorale di un leader, che rappresenta milioni di voti, viene determinata dalla volontà di un Tribunale», Savino smentisce inoltre di aver chiesto «a buona parte dei nomi apparsi sulla stampa, fra cui qualche amministratore locale», la disponibilità a correre. Anche perché, conclude, «Berlusconi ha ben presente che serve una candidatura regionale autorevole, in grado di rappresentare in Europa per esperienza e competenza un'area alternativa alla sinistra che governa in Regione e a Roma. Una figura che difenda e sostenga i lavoratori autonomi, i commercianti e i piccoli imprenditori, rimasti esclusi dai benefici fiscali concessi da questo esecutivo solo a una categoria di lavoratori».
Le richieste, in ogni caso, sono arrivate ripetutamente a Renzo Tondo, anche da Renato Brunetta. A Giulio Camber. A De Anna. Mentre a Gorizia Rodolfo Ziberna, che per primo aveva avuto l’idea, ha insistito con Ettore Romoli, ma il sindaco non ci sta, non adesso che è tardi, troppo tardi per preparare una campagna elettorale. I rifiuti sono stati netti. Anche se c’è chi ritiene che la strada per la candidatura di De Anna, ieri irrintracciabile al telefono, possa essere ancora aperta.
Presidente della provincia di Pordenone per due mandati, assessore della giunta Tondo, il consigliere regionale che, assieme a Bruno Marini, ha per primo sposato la rinnovata causa azzurra la scorsa estate, potrebbe essere tentato dall’avventura europea. Il suo nome, tra l’altro, potrebbe segnare la sfida territoriale della Destra Tagliamento, lì dove il nome di Dipiazza ha minor peso che nel resto della regione. «Dobbiamo riuscire a mettere in campo cavalli di razza – sostiene Ziberna –. Tra Savino, Riccardi e De Anna ne abbiamo di validissimi, in grado sicuramente di vincere il confronto con l’ex sindaco di Trieste anche perché il nostro partito sarà senz’altro più votato del Nuovo centrodestra». Insomma, «Dipiazza non ci spaventa, né può cambiare i nostri piani. Al massimo vivacizza la competizione e cambia gli scenari per le comunali di Trieste. Sin d’ora dobbiamo iniziare a pensare a una candidatura forte da contrapporre a Ncd e sinistra. Quella di Franco Bandelli non è solo una boutade».
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