Europee, il goriziano Terpin si candida con il centrodestra a Lubiana

La sfida “senza confini” del segretario regionale dell’Unione slovena con doppia cittadinanza che in Friuli Venezia Giulia appoggia il centrosinistra e in Slovenia sostiene Janša
Bumbaca Gorizia 24.06.2011 Bandiera Slovena e Terpin -Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 24.06.2011 Bandiera Slovena e Terpin -Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. «Quante battaglie quand’ero assessore...». Sospira Damijan Terpin, avvocato e segretario regionale della Slovenska Skupnost, e ricorda con piacere l’esperienza nella giunta Brancati, a Gorizia. Erano i tempi in cui forte era il dibattito in città sul bilinguismo e sulle leggi di tutela e Terpin difese sempre a spada tratta le ragioni della minoranza slovena, esponendosi anche a feroci critiche da parte della destra goriziana.

Oggi, il suo nome torna alla ribalta perché si è candidato alle elezioni europee ma non in Italia, in Slovenia. Potere della doppia cittadinanza. Peraltro, a schierarlo sarà la Sds (Partito democratico sloveno), attualmente la maggiore forza di opposizione in Slovenia, guidata da Janez Janša, leader storico della cosiddetta “Primavera slovena”. Ed è una grande sorpresa: la Sds si colloca nel polo di centrodestra, alternativo all’attuale governo di sinistra del premier Alenka Bratušek (Slovenia Positiva-Ps).

Terpin, come mai in regione la Ssk sostiene coalizioni di centrosinistra mentre in Slovenia vi alleate con un partito di centrodestra?

Prima di tutto, non partecipo alle elezioni come segretario del partito della minoranza slovena ma come Damjan Terpin. Inoltre, la differenza tra destra e sinistra in Italia e Slovenia non è simmetrica. Un esempio: difficilmente potrete sostenere che il partito Slovenia positiva (Ps) dell’attuale premier Bratusek si possa definire “di sinistra”, visto che è ancora presieduto da Zoran Jankovic, uno dei più potenti tycoon della Slovenia, che assomiglia molto di più a Berlusconi che a Bersani o Epifani. Attorno al suo partito e all’attuale governo Bratusek troviamo inoltre i maggiori neocapitalisti sloveni, magari titolari di capitale non proprio, ma di quello prestato (senza garanzie) dalle banche statali e dai loro amministratori compiacenti, che hanno depredato il sistema bancario sloveno. Inoltre, la SSk ha da sempre dichiarato la propria preferenza per i partiti della “Primavera slovena”.

Ma questa candidatura avrà ripercussioni (negative) per il suo partito?

Non credo proprio, anzi: ne abbiamo discusso in direzione e nessuno si è espresso in senso contrario. Anzi la maggioranza si è dichiarata entusiasta del fatto che, finalmente, un esponente della minoranza slovena abbia una possibilità di essere eletto al Parlamento europeo. E poi, abbiamo apprezzato molto una cosa.

Quale?

Ci è piaciuto il fatto che la Sds di Janša abbia ritenuto di concedermi una delle sole 8 candidature consentite a ciascun partito (il mio nome è al quinto posto). È ovvio che la contemporanea campagna elettorale in Slovenia potrebbe essere, per certi versi, incompatibile con la mia ordinaria attività politica. Probabilmente, al momento del deposito della lista e fino al termine della campagna elettorale potrei “congelare” la mia carica.

Ha possibilità di essere eletto?

Credo di sì. Il meccanismo elettorale sloveno prevede una combinazione tra la collocazione sulla lista e il numero di preferenze raccolte sull’intero territorio della Slovenia. Quindi, dipenderà molto anche dalla visibilità che il partito riterrà di concedere ad uno o all’altro candidato. Il fatto di appartenere alla minoranza slovena e risiedere in Italia è certamente una particolarità che di per sé rappresenta una grossa novità, ed anche solo per questo un elemento di vantaggio e riconoscibilità.

In caso di elezione rappresenterà anche le istanze del nostro territorio?

Certamente. Peraltro la minoranza si è da sempre rivolta anche con un certo successo agli eurodeputati eletti in Slovenia non solo per le questioni “proprie” ma anche per tutelare gli interessi più generali del territorio: mi riferisco, ad esempio, alla cooperazione tranfrontaliera. È ovvio quindi che non mi tirerei indietro. La mia elezione forse aiuterebbe anche a stemperare meglio qualche frizione e trovare finalmente l’accordo su qualche problematica ancora aperta e irrisolta tra l’Italia (ed il Fvg) e la Slovenia. Mi riferisco alla questione dei corridoi e del trasporto ferroviario o alla vicenda dell’impianto nucleare di Krsko.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo