Europee 2014: l’esordio con il botto della “Valentina” croata

La nuova formazione dell’ex ministro Holy diventa il terzo polo sfiorando il 10% Il centrodestra domina nelle urne e colleziona sei deputati. Disfatta per il premier Milanovic

TRIESTE. Adesso per il premier Zoran Milanovic e il suo incerottato governo (soprattutto dopo l’uscita di scena del ministro delle Finanze, Slavko Linic) sono dolori. Le urne europee hanno emesso un verdetto inequivocabile: il suo operato non piace proprio ai croati. Troppa disoccupazione, troppa crisi, paghe scarse, e nessuna via di fuga in vista, nessun progetto concreto. Eppoi la Croazia da domenica scorsa non è più divisa in due poli politici (centrsinistra e centrodestra). La terza forza è quella di Orah, di Mirela Holy, ex ministro socialdemocratico che si è messa in proprio. Giovane, grintosa, caschetto Valentina e occhi azzurri penetranti, sempre vestita in un elegante nero, ha conquistato un eurodeputato con il 9,41% dei suffragi. Lei brinda a champagne, Milanovi„ mastica amaro.

A fronte di una bassissima affluenza pari al 25,25% degli aventi diritto, la coalizione dell’Hdz ha ottenuto il 41,43% e sei eurodeputati (Ruža Tomašic del Partito dei diritti, Andrej Plenkovi„, Marjana Petir dei Partito dei contadini, Dubravka Šuica, Ivan Maleti„ e Davor Ivo Stier); i socialdemocratici della Sdp il 29,92% con quattro eurodeputati (Tonino Picula, Biljana Borzan, Jozo Radoš e Ivan Jakovcic). L’ultimo seggio, come detto, è andato alla Orah (Davor Škrlec). L’Unione per la Croazia, formazione di estrema destra ha ottenuto il 6,88%. Una disfatta anche per i laburisti di Dragutin Lesar (3,46%) il quale senza mezzi termini ammette la sconfitta: «Mi assumo la completa responsabilità di questa sconfitta», ha affermato annunciando le dimissioni dalla leadership del partito. «Oggi - ha concluso amaro - va di moda la Holy», alludendo a colei che con Orah ha maggiormente pescato nell’elettorato laburista. E pensare che nella campagna elettorale hanno investito qualcosa come 1,2 milioni di kune pari a circa 158mila euro che in Croazia sono tanti soldi. Ma c’è di più nella debacle della Sdp. I socialdemocratici, infatti, hanno perso il “controllo” della capitale. Zagabria da domenica non è più “Zagabria la rossa”, qui l’Hdz ha ottenuto il 36% dei suffragi contro il 30% della Sdp, chiaro sintomo che il virus a sinistra ha messo radici profonde.

E mentre dal quartier generale dell’Hdz partono proclami di battaglia al governo Milanovic e ci si dice pronti «a prendere il potere e ad attuare le riforme necessarie al Paese», a sinistra tra musi lunghi e un po’ pleonastici distinguo si sta tendando di serrare i ranghi. Ma anche se il vicepresidente Sdp, Zlatko Komadina sostiene che si risolverà tutto in «una tempesta in un biccher d’acqua», qualcosa accadrà, soprattutto ai vertici del partito. E un segnale chiaro lo lancia proprio il frastornato Komadina che spiega che la responsabilità della sconfitta «è di tutti, sua, del premier Milanovi„ e del presidente Karamarko», aggiungendo che il leader dei laburisti Lesar «ha già fatto la prima mossa», dimettendosi. Per Komadina vanno rivisti i rapporti all’interno della coalizione Kukuriku perché «ogni elezione sono un messaggio e una lezione».

Accusa il colpo anche il ministro della Salute, Rajko Ostojic, il quale vede le europee come una sorta di incubo che è finito domenica sera. «Ora pensiamo al futuro - afferma - alla crescita economica e agli aiuti che dobbiamo portare alle popolazioni alluvionate della Salvonia». «Certo mi aspettavo risultato migliori - chiosa - e anche una maggiore affluenza alle urne (è un classico quando si perde dare la colpa all’assenteismo ndr.) ma anche da ciò dobbiamo trarre un insegnamento». «L’avvertimento degli elettori nei confronti del governo è stato chiaro - sostiene il ministro degli Esteri e leader dei popolari, Vesna Pusic - e l’unica risposta che possiamo dare è quella di lavorare concentrati, con obiettivi chiari e d’ora in poi dovremo triplicare le forze per portare a casa risultati».

Chi ha capito subito, invece, la portata del suo successo, che va ben al di là dell’eurodeputato conquistato, è la leader di Orah, Mirela Holy. In base alle preferenze sarebbe dovuta andare lei a Bruxelles ma ha optato per la leadership politica mandando all’Europarlamento il suo vice, Davor Škrlec. Subito ha ricevuto gli sms di congratulazioni da parte del presidente croato Ivo Josipovi„, che guarda caso si ricandida alle prossime presidenziali e chissà che i voti della Holy non possano tornare utili? Ma con lei si è congratulato anche chi l’ha cacciata dal governo quando era ministro dell’Ambiente, ossia Milanovic in persona. Meglio coccolarla che averla contro.

(m. man.)

@ManzinMauro

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