Eugenio C. e Italia due gioielli Costa nati nel nostro golfo

di Claudio Erné
Il fumaiolo dipinto di giallo con la grande “C” di Costa Crociere. Due navi della società armatrice genovese, da alcuni anni confluita nel gruppo Carnival, sono nate nei cantieri dell’Alto Adriatico. L’”Eugenio C”, costruita a Monfalcone, e l’”Italia”, realizzata a Muggia al Felszegy. Due navi che per le loro caratteristiche straordinarie hanno segnato la storia della marineria, non solo italiana.
L’ “Eugenio” è stata la più grande nave passeggeri mai realizzata in Italia per un armatore privato, e dal 1966 detiene il record della traversata atlantica meridionale. Nessuna nave è mai stata tanto veloce su quella rotta.
L’Italia è stata invece la prima nave concepita esclusivamente per le crociere di lusso. Iniziò la propria attività in un momento in cui le fortune del trasporto passeggeri per mare stavano declinando sotto la spinta dei viaggi aerei, e il business legato all’attività crocieristica intesa in senso esclusivo - dodici mesi su dodici - non era ancora nato. Le crociere, fino all’entrata in scena dell’Italia, rappresentavano per gli armatori soluzioni di ripiego stagionali e marginali, a cui ricorrere quando l’attività di linea non consentiva di realizzare i “normali” profitti.
L’Italia, 12 mila tonnellate di stazza, venne varata a Muggia il 28 aprile 1965 e l’allora proprietario del cantiere, l’ingegner Carlo Giacomelli, affidò il progetto degli allestimenti interni a un gruppo di affermati architetti triestini: Gustavo Politzer Finali, Romando Boico, Umberto Nordio e Vittorio Frandoli.
«Destinata a operare con una clientela particolarmente selezionata, si presentava con una linea inusuale che anticipava di un ventennio quella delle navi da crociera contemporanee: ampie sovrastrutture vetrate, lance incassate entro le murate, ponte lido a proravia del fumaiolo, disegnato da Marcello Mascherini che si rifaceva alla pinna di un delfino» ha scritto in un breve saggio il medico Sergio de Luyk, figlio di Giuseppe, primo comandante dell’Italia. Il “tema” della silohuette del delfino è stato poi riproposto 25 anni più tardi dall’architetto Renzo Piano nel progetto delle navi da crociera Crown e Regal Princess.
L’Eugenio C., entrata in servizio nel 1966, è stato l’ultimo grande transatlantico italiano. Il suo progetto porta la firma dell’architettto navale Nicolò Costanzi, che applicò alla carena quanto aveva sperimentato in anni e anni di attività: la guida di flusso, la sede d’onda, la conformazione tronca della poppa nella parte immersa.
Del tutto nuovo per il nostro Paese fu il disegno dei due fumaioli accoppiati: potevano essere usati alternativamente per evitare che i residui della combustione disturbassero i passeggeri. Gli interni del transtalantico, 30.567 tonnellate di stazza e di 217,4 metri di lunghezza fuori tutto, furono disegnati da Nino Zoncada: molti ricordano ancora l’impianto d’aria condizionata esteso a tutta la nave, gli ampi saloni, le luminose verande, le passeggiate e i tre lidi con le piscine.
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