Esuli istriani, rimborsate da Lubiana 35mila “vittime”

Tra i beneficiari della legge slovena sugli indennizzi anche migliaia di esuli italiani. Erogati importi tra 146 e 8.300 euro
Di Giovanni Tomasin
Lasorte Trieste 11/02/14 - Porto Vecchio, Magazzino 18, Masserizie Esuli, IRCI
Lasorte Trieste 11/02/14 - Porto Vecchio, Magazzino 18, Masserizie Esuli, IRCI

La legge della Repubblica slovena per «la riparazione dei torti subiti dal 1945 al 1990» ha portato all'assegnazione di circa 35mila indennizzi in tutto il mondo. Tra questi, migliaia di cittadini italiani che furono profughi dall'Istria o dal Goriziano dopo la Seconda guerra mondiale. E perfino i loro eredi. È la conclusione a cui sono giunte l'Associazione delle comunità istriane e l'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia dopo aver approfondito la questione dei “rimborsi fantasma”, che ormai da un paio d'anni ingenera confusione nella galassia degli istriani. Preso atto dello stato delle cose, le due associazioni hanno deciso di offrire consulenza agli ex profughi che vorranno fare richiesta di indennizzo, come sta già facendo l'Unione degli istriani.

I presidenti delle Comunità e di Anvgd Manuele Braico e Renzo Codarin hanno presentato ieri l'iniziativa assieme alla consulente Federica Cocolo, che ha approfondito gli aspetti della legge. «L'ingresso della Slovenia nella Ue ha reso accessibile a tutti questa norma che in origine era concepita per ripagare i cittadini sloveni dei soprusi subiti durante gli anni del regime», hanno spiegato i due presidenti. «La legge sulla riparazione dei torti risale al 1996 e ha subito diverse modifiche - ha chiarito Cocolo -. Hanno diritto agli indennizzi tutti i cittadini che, nel periodo del dopoguerra, dal 15 maggio 1945 al 2 luglio 1990, abbiano dovuto abbandonare la propria terra per motivi politici o abbiano subito dei torti». Per «torti» s'intende ogni tipo di vessazione, anche psicologica o morale, che si potesse subire in quel periodo.

La legge prevede indennizzi di 146 euro per ogni mese di permanenza in campo profughi, fino a un massimo di 8mila 300 euro. Possono avvalersene non soltanto i profughi, ma anche i figli nati in campo e gli eredi diretti. L'Anvgd raccoglierà i dati delle persone interessate nelle giornate di martedì e giovedì (15.30-17.30) nella sede di via Milano 22 (tel. 040366877 email leggedeitorti@anvgd.it). Le comunità istriane saranno attive tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 nella sede di via Belpoggio 29/01 (tel. 040314741).

Ma quali sono i documenti da portare per fare domanda di indennizzo? Per i residenti a Trieste (o in altri Comuni della zona) sono i seguenti. L'estratto del certificato di nascita, da richiedere al Comune di residenza, oppure in quello di nascita (o in parrocchia). Il certificato delle vicende domiciliari dall'anno in cui la persona è arrivata in Italia, da richiedere presso i centri civici. Il certificato di cittadinanza con la data di acquisizione. La qualifica di profugo da richiedere in prefettura. Chi non la dovesse possedere può presentare una dichiarazione sostitutiva (chiedere all'ufficio consulenza). La fotostatica del libretto di lavoro. In caso di persone decedute i documenti richiesti sono: certificato di morte, certificato delle vicende domiciliari, certificato di cittadinanza, fotostatica del libretto di lavoro.

Ha dichiarato Braico: «Bisogna dire chiaramente che questa legge non ha nulla a che fare con il discorso dei beni abbandonati, altrimenti si ingenera confusione. Ciononostante con l'ingresso nell'Ue la Slovenia ha compiuto un'azione meritoria ampliando l'accesso a questi indennizzi. Le nostre associazioni non sono rimaste inerti ma abbiamo voluto informarci bene per capire come agire, e ora offriamo la nostra assistenza». Ha aggiunto Codarin: «È la prima volta che la Slovenia prova a riparare ai torti subiti da tante persone sotto il regime, e lo fa con una legge molto civile. Come Angvd ci attiveremo anche a livello nazionale, oltre che con le nostre sedi di Gorizia e Grado. È importante ricordare che non soltanto i profughi hanno diritto al riconoscimento, ma anche i loro eredi». Lunedì prossimo i rappresentanti di tutte le associazioni incontreranno il vicesindaco Fabiana Martini per parlare dell'imponente lavoro d'anagrafe che, alla luce dei fatti, attende gli uffici del Comune nei prossimi mesi.

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