«èStoria, un festival in continuo movimento se il territorio ci segue»
Conto alla rovescia per la 13.ma èStoria. Giovedì, alle 20.45, al teatro Verdi ci sarà l'evento di apertura del festival. Carla Fracci converserà con il marito Beppe Menegatti in un incontro coordinato da Armando Torno. Quindi, da venerdì a domenica, per la kermesse saranno tre giorni di fuoco per gli appassionati e per tutto lo staff di èStoria, Adriano Ossola, anima della manifestazione, in primis.
Ossola, come vive l'attesa?
Sempre con trepidazione e apprensione. Non posso non sentire certe responsabilità.
Quest'anno, però, non ha potuto seguire l'organizzazione di èStoria da vicino...
Sono stato costretto per ragioni non dettate dalla mia volontà a essere meno presente di quanto avvenuto in passato. Però, ho potuto contare su collaboratori che hanno saputo preservare la solidità dell'impianto della manifestazione.
Che èStoria sarà, al di là dei temi che ne formano il programma?
Mi auguro che sia un'edizione di consolidamento, non di grandi novità che pure avremo. Sarà costruita su elementi che abbiamo fatto propri quali le contaminazioni con altre forme artistiche come il cinema, il teatro, la musica: da questo punto di vista sono assai importanti le collaborazioni con il Kinemax (e con Paolo Lughi) e con il Terzo Teatro. Senza certo tralasciare gli elementi di continuità delle sezioni ormai tradizionali del festival tra cui "La storia in tavola" (grazie al supporto dell'Ersa), "èStoria Fvg" (grazie all'apporto di varie realtà culturali), "Trincee", "èStoria giovani".
Non trova che prima èStoria prima o poi dovrà avventurarsi in un cambiamento più marcato?
Certamente. Ma non dimentichiamoci che tutto è partito con un'attesa di pubblico di mille persone. Le abbiamo superate. Ci stiamo affacciando sul piano delle collaborazioni internazionali. Marco Cimmino ha presentato la 13.ma edizione del festival all'Università di Cracovia...: speriamo, già con il prossimo anno, di riuscire ad avviare una collaborazione più intensa con questa città. Ad ogni modo, èStoria è una realtà in continuo movimento. Mi auguro ci saranno marcati sviluppi. E mi auguro verranno accolti dal territorio.
Diamo un'occhiata ai contributi.
Siamo in attesa di molte conferme e si tratta di attese tanto consistenti per poter dare numeri non aderenti a quelli che saranno veritieri.
Tra poco ci saranno le elezioni. Come vede il dopo Romoli?
Siamo troppo immersi nella manifestazione per poter pensare alle elezioni. In questo momento, dobbiamo soltanto impegnarci con piena efficacia per il festival. Di certo, noto in città un clima molto partecipe riguardo le prossime elezioni. C'è una tensione che si avverte, rappresentata anche dall'alto numero di liste. Siamo in un passaggio particolare della storia della città. Mi auguro che il prossimo sindaco mantenga alto il livello di pragmatismo di Romoli, magari con un pizzico di visionarietà in più rispetto al suo predecessore.
Vuole dire che con Romoli tutto è stato sempre rose e fiori?
Romoli è stato un amministratore sorretto da una visione della cosa pubblica ben precisa e coerente in quanto a scelte compiute nel nome di questa visione. Abbiamo convissuto con lui per dieci anni e penso che siamo riusciti a dire la nostra in campo culturale a Gorizia, nella regione, a livello nazionale.
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