Esposto M5s sulla Tripcovich Dipiazza studia il “piano B”
Da una parte i pentastellati, che hanno depositato un esposto in Procura, perché convinti che la permuta Sala Tripcovich-magazzino delle Noghere formalizzata lo scorso Natale, tra la Fondazione Teatro Verdi e il Comune, «non abbia valore legale». Dall’altra il sindaco Roberto Dipiazza, che non si arrende e pensa a come muoversi per ottenere la demolizione dell’ex stazione delle corriere di largo Santos. Sono giornate movimentate quelle che seguono la notizia, annunciata e diffusa venerdì scorso dallo stesso primo cittadino in Consiglio comunale, del diniego del Mibac al progetto del Comune di radere al suolo la Tripcovich per riqualificare l'area di fronte all'entrata di Porto vecchio.
Ad annunciare battaglia innanzitutto i Cinquestelle cittadini, che vogliono vederci chiaro su un passaggio sul quale avevano già chiesto delucidazioni nei mesi scorsi. Secondo la consigliera Chiara Bertoni infatti, già a fine 2018 il M5S, «dimostrò che l’operazione era contraria alle norme che regolano la permuta: il valore del magazzino delle Noghere, situato a Muggia in una zona industriale e inquinata, era stimato a circa 3,2 milioni di euro, mentre la sala Tripcovich, ancora in buono stato e posta di fronte alla stazione centrale di Trieste, veniva valutata circa 1,2 milioni». E, ricorda ancora Bertoni: «In occasione del voto sulla delibera relativa alla permuta l’assessore Serena Tonel (con delega ai Teatri, ndr), spiegava che la differenza di valore tra i due immobili andava a colmare il “buco” della Fondazione Teatro Verdi».
Ciò che potrebbe pesare di più allo stato attuale è «che con l’ assunzione di proprietà dei magazzini, il cui valore reale è potenzialmente molto inferiore a quello dichiarato in delibera e nel contratto di permuta, la Fondazione Verdi si ritrovi ora con un potenziale buco di bilancio molto importante, che potrebbe influire negativamente sulle future attività del teatro e quindi sulle prospettive lavorative degli oltre 200 dipendenti».
Un’ulteriore perdita, osserva la pentastellata Elena Danielis, capogruppo M5S, deriva dal fatto che la sala Tripcovich «poteva essere impiegata dal Verdi come volano per le attività di propria produzione, in base alle quali la Fondazione può chiedere i finanziamenti del Fondo unico per lo spettacolo». Ecco allora che il M5s, «per far sì che vengano avviati accertamenti sul caso», ha inoltrato negli scorsi giorni tutta la documentazione alla magistratura, al Mibac e alla Corte dei conti.
Contattato per una risposta in merito all’operazione contestata, Dipiazza non è risultato reperibile. Il tema Tripcovich resta comunque nella sua agenda. Già venerdì mattina, subito dopo aver appreso la notizia del nient al piano di demolizione della Tripcovich, si è subito messo all’opera per capire quali strade percorrere per riuscire a ottenere il permesso dal Mibac. Tra le ipotesi allo studio c’è la possibilità di valutare se chiedere la revisione della decisione al ministero o in tribunale. Dipiazza comunque ci penserà in modo più approfondito da domani, quando dovrebbe ricevere le motivazioni che hanno spinto il dicastero a dire no all’abbattimento. Motivazioni che, specifica il capogruppo di Forza Italia Alberto Polacco, potrebbero essere legate a una decisione politica: «Il dubbio - afferma - che si sia voluto giocare una partita politica c'è tutto. Chi pensa di lucrare politicamente su quanto ferma lo sviluppo della città ne subirà le conseguenze in termini elettorali. È del tutto evidente che la campagna elettorale è iniziata». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo