Esplosivo, ricerche sospese. Potenziale bomba nel golfo

Non si trova più il bidone contenente i 300 chilogrammi di tritolo ricavati dal siluro recuperato nei giorni scorsi. Non si esclude l’ipotesi del furto

GRADO Sospese, o forse interrotte definitivamente, le ricerche dell’esplosivo contenuto nel siluro della Seconda guerra mondiale che era stato portato a quattro miglia di distanza da Grado per essere fatto brillare. Circa 300 chili di esplosivo in panetti che erano stati messi in un bidone, in un preciso punto distante da Grado dove il fondale è prettamente fangoso e pressoché liscio. Una sorta di Sahara di fango e sabbia che è stato scandagliato in lungo e in largo ma senza trovar traccia del bidone con il tritolo che, nel comunicato ufficiale emesso dalla Marina Militare, era stato definito “potenzialmente pericoloso” tanto da richiedere il massimo delle cautele soprattutto per l’elevato quantitativo di esplosivo in gioco. Tant’è che Circomare Grado sin dal momento del rinvenimento del siluro fatto dagli addetti della motonave Nuovo Antonio che sta effettuando il dragaggio del canale dell’isola, ha dovuto emettere delle precise ordinanze vietando l’avvicinamento di tutti ad almeno 100 metri di distanza dal siluro per poi vietare qualsiasi presenza attorno al punto previsto per il brillamento per ben 1000 metri di raggio. La medesima distanza che nelle due intense, difficili e molto faticose (ore e ore di immersione) giornate di ricerca dell’esplosivo hanno scandagliato sia gli artificieri subacquei dello Sdai (Servizio Difesa anti mezzi insidiosi) di Ancona e sia con l’utilizzo dai mezzi nautici di sofisticate attrezzature come un Side Scan Sonar dell’ultima generazione che era stato installato appositamente sulla motovedetta di Circomare dai tecnici dell’Ogs (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) di Trieste.

Nonostante la scrupolosa perlustrazione in quel deserto di fango e sabbia l’unica cosa che, a quanto pare, è stata individuata è un’ancora persa chissà da che imbarcazione. Circomare Grado con la comandante tenente di vascello Elisabetta Bolognini sta continuando nel frattempo le indagini a tutto campo per cercare di capire cosa possa essere accaduto.

Il primo giorno di ricerche quando si pensava di poter far brillare subito l’esplosivo, le condizioni del mare non sono state delle migliori con l’acqua decisamente torbida (il bidone con l’esplosivo era stato adagiato a circa 12 metro di profondità) e a questo è stato imputato il fatto di non aver trovato l’esplosivo.

Ma il secondo giorno la situazione era pressoché ottimale eppure non si è ugualmente trovato nulla. Le cause possono essere diverse. Quella che è tuttora data per la più probabile è che qualche pescatore con rete a strascico abbia inavvertitamente agganciato il bidone spostandolo chissà dove. Ma è il periodo di fermo biologico e quindi questa ipotesi potrebbe essere scartata a meno che, però, qualche pescatore del Golfo di Trieste non abbia fatto una battuta di pesca a strascico del tutto abusivamente. Non si può nemmeno escludere – e sarebbe cosa veramente seria e grave – che ci possa essere stato un furto del pericoloso esplosivo. Fatto sta che quanto il grande siluro (7, 20 metri in origine) conteneva non c’è più nel punto dove era stato posizionato per essere fatto brillare cosa che, peraltro, non è la prima volta che capita. —


 

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