Esplosione in villa, si cercano altre bombe

Artificieri oggi di nuovo al lavoro nella casa di Trebiciano in cui è esplosa la granata che ha ucciso il cinquantunenne Terzoni
Silvano Trieste 2018-03-16 La casa di Trebiciano sottoposta a sequestro, elmetti posizionati sul muretto all’entrata della proprieta’
Silvano Trieste 2018-03-16 La casa di Trebiciano sottoposta a sequestro, elmetti posizionati sul muretto all’entrata della proprieta’

L’esplosione della granata nella villa di Trebiciano, che ha causato la morte del cinquantunenne Dario Terzoni, resta un caso ancora aperto. Gli artificieri dell’Esercito e della polizia di Stato torneranno oggi nell’abitazione per proseguire con la bonifica del sito. Lo faranno con il supporto dei vigili del fuoco, che l’altro ieri hanno concluso le operazioni di messa in sicurezza dell’edificio danneggiato dallo scoppio.

Si va avanti con le ispezioni, dunque: non si esclude che la vittima, appassionata di ordigni bellici e di oggetti della Prima e della Seconda guerra mondiale, possa aver tenuto in casa anche altro materiale pericoloso. Le bombe rinvenute finora sono infatti spuntate dai controlli limitati esclusivamente al garage, dove è avvenuta la deflagrazione che ha costato la vita al cinquantunenne. Ora resta da setacciare il resto dell’alloggio.

Terzoni è stato ucciso da una granata da mortaio, un modello di medio calibro di circa 50 centimetri di altezza e 10 di diametro. Le schegge rintracciate dagli investigatori all’interno del box, teatro del drammatico incidente, erano compatibili con una bomba di quel tipo. Ma durante i sopralluoghi gli artificieri della polizia di Stato e del Terzo Reggimento Guastatori di Udine (l’organo preposto per la bonifica degli esplosivi nel Triveneto), si sono imbattuti anche in altre 3 granate, di cui due di artiglieria e una di medio calibro; una bomba a mano tedesca; una bomba di mortaio inglese da 1 pollice; 42 munizioni di armi portatili di vario calibro. È da questo ritrovamento che sono sorti i sospetti. La vittima, come ormai noto, era un collezionista di oggetti militari legati alle guerre mondiali, conosceva a fondo armi e ordigni bellici: l’ipotesi delle forze dell’ordine è quindi che il cinquantunenne possa essere stato in possesso anche di altro materiale pericoloso. È proprio questo che gli artificieri vogliono appurare nelle ricerche all’interno della casa. Il sopralluogo di oggi sarà affiancato dalle ambulanze, pronte a intervenire in caso di emergenza.

Ma probabilmente le indagini del pm Massimo De Bortoli si allargheranno anche alle amicizie e alle conoscenze di Terzoni collegate al mondo di amatori che commercia e scambia oggettistica militare. Da dove proveniva la bomba killer esplosa nelle mani del cinquantunenne? E le altre rinvenute nel garage? Le ha trovate lui, la vittima? Sono state consegnate da qualche altro collezionista? Che giro c’è dietro a questa vicenda?

La mamma di Terzoni, la signora Ada Carli, ha affermato che suo figlio lo scorso 4 marzo aveva partecipato alla fiera di San Peter, in Slovenia. Un evento in cui si incontrano decide di appassionati di materiale bellico. È lì, da quei contatti, che il cinquantunenne ha ottenuto gli ordigni?

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