Esplosione, in arrivo una raffica di avvisi
Il pm Pietro Montrone ha individuato una serie di soggetti che in qualche modo avrebbero una responsabilità diretta o indiretta dell’esplosione dello stabile di via Baiamonti 71 a causa del quale venerdì pomeriggio Aldo Flego, 76 anni, ha perso la vita e la sorella Marcella è rimasta gravemente ferita. La notizia che è trapelata ieri dagli ambienti investigativi è che entro poche ore il cerchio si potrebbe chiudere. Si parla di varie responsabilità suddivise tra almeno quattro persone, forse cinque, «che hanno preso parte alla tragica vicenda».
Gli avvisi di garanzia, atti dovuti del codice, sono dunque imminenti. Accusa: disatro colposo, omicidio colposo e lesioni gravi. Come è altrettanto imminente la nomina da parte del magistrato titolare del fascicolo di un consulente tecnico d’ufficio prevista a breve scadenza nei prossimi giorni.
Il perito sarà chiamato non solo a ricostruire le cause del disastro ma anche a definire, per quanto possibile, le responsabilità di chi potrebbe in qualche modo aver cagionato la tragica e devastante esplosione. Si parla di errori e di disattenzioni. Ma anche di responsabilità indirette relative al mantenimento e alla manutenzione dell’impianto del gas della casa di via Baiamonti. Tecnicamente il compito affidato dal pm al perito è di effettuare i necessari accertamenti tecnici non ripetibili utilizzado l’ausilio dei vigili del fuoco. Per questo motivo gli indagati avranno la possibilità di nominare i loro consulenti che parteciperanno alle cosiddette operazioni peritali.
Questo aspetto è fondamentale. Perché nei tempi indicati dal pm, in genere sessanta giorni, emergerà una ricostruzione univoca e difficilmente contestabile in giudizio. Intanto già ieri mattina si è presentata nell’ufficio del pm l’avvocato Mersedes Giuseppin che assiste Marcella Flego, la sorella di Aldo, residente nell’appartamento di via Baiamonti, ridotto, dopo l’esplosione a un mostruoso cumulo di macerie, un “ripieno” di mattoni, cemento e mobilio sceso dal secondo piano, col solaio premuto verso il pavimento, a comprimerlo come una pressa. In quella casa venerdì mattina hanno lavorato i tecnici che poco prima dello scoppio avevano appena finito di sostituire il vecchio ripiano della cucina col nuovo “top”, piano cottura e lavello, preso all’Ikea di Villesse. Nell'occasione avevano dato appuntamento di lì a poche ore all’idraulico, per il ripristino delle cosiddette utenze collegate a quel “top”: cioè acqua, luce. E gas.
I tecnici fin da subito sono stati stati sentiti dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale. E questi “interrogatori” di fatto sono stati il primo atto dell’inchiesta del pm Pietro Montrone. I vigili del fuoco anche ieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo alla ricerca di reperti utili per le indagini. Sabato tra le macerie era stato trovato un pezzo di tubo della lunghezza di circa mezzo metro.
Quello spezzone è ritenuto un elemento fondamentale. Il motivo non è stato per ancora chiarito. Ma è presumibile, dal punto di vista tecnico, che l’esame di quel pezzo di tubo possa “raccontare” da dove si sia verificata la perdita dalla quale poi è scaturita l’esplosione. Sempre secondo la prima ricostruzione dei vigili del fuoco, a pochi metri dalla cucina si trovava anche la caldaia utilizzata per il riscaldamento. Quello che i pompieri starebbero cercando di capire è se quel reperto apparteneva al locale cucina, dove erano in corso i lavori per la sostituzione del piano cottura, o all’area della caldaia.
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