Esplosione all’Avalon assolto il proprietario del Centro benessere

Il ronchese Michele Quinto, medico-amministratore della struttura sul Carso, era accusato di disastro colposo
Di Corrado Barbacini
Vigili del Fuoco davanti al Centro Benessere Avalon .dove si è verificata un'esplosione, questa sera 7 dicembre 2011, a Borgo Grotta Gigante (Trieste). .ANDREA LASORTE/ANSA
Vigili del Fuoco davanti al Centro Benessere Avalon .dove si è verificata un'esplosione, questa sera 7 dicembre 2011, a Borgo Grotta Gigante (Trieste). .ANDREA LASORTE/ANSA

TRIESTE. Assolto. Michele Quinto, il medico di Ronchi dei Legionari amministratore del Centro Avalon è uscito a testa alta dal processo sulla terribile esplosione.

Il 7 dicembre del 2011 nella struttura di Borgo Grotta si era verificato lo scoppio a causa del quale era rimasta gravemente ferita l’istruttice di nuoto Sonia Pugnetti: una nube infuocata di gas l’aveva investita. A pronunciare la sentenza al termine del processo celebrato con rito abbreviato è stato ieri mattina il giudice Guido Patriarchi, che ha in sostanza fatto propria la ricostruzione dei difensori del professionista, gli avvocati Giorgio Borean e Riccardo Seibold.

Michele Quinto in virtù del suo ruolo di amministratore del centro benessere, era stato ritenuto responsabile dal rappresentante dell’accusa della violazione di una serie di norme relative alla prevenzione degli infortuni nei posti di lavoro. Il pubblico ministero Matteo Tripani, nella sua requisitoria - nel luglio dello scorso anno - aveva chiesto per l’imputato una condanna a due anni di reclusione e a 1.500 euro di multa con la sospensione della pena vincolata al risarcmento delle parti civili.

Dopo questa sentenza rimane un solo accusato per il terribile scoppio. Si tratta di Stefano Furlan, 47 anni, il tecnico addetto alla manutenzione della piscina, titolare della ditta Acquatecnica. Secondo il pm Tripani, non aveva proceduto, prima di aggiungere il dicloroisocianurato, a un accurato lavaggio del serbatoio per eliminare l'eventuale residuo di ipoclorito.

Nella scorsa udienza è stato rinviato a giudizio. Comparirà in aula davanti al giudice del dibattimento il prossimo 1.o aprile. In passato è stata anche archiviata direttamente dal pm la posizione del notaio triestino Massimo Paparo, 59 anni, perché pur essendo socio di Quinto, e dunque comproprietario della struttura, è stato ritenuto estraneo alla gestione del centro benessere di Borgo Grotta Gigante, sul Carso triestino.

L'esplosione del 7 dicembre del 2011 era stata definita una «bomba potentissima» dai presenti quella drammatica sera all'Avalon. Una «bomba potentissima» che aveva sfondato le finestre e la porta del locale tecnico. Il gas bollente e caustico aveva investito Sonia Pugnetti, l’istruttrice della piscina che in quel momento era uscita all'aperto per verificare da dove provenissero i miasmi che impregnavano l'aria. Un odore molto forte, che prendeva la gola, si stava diffondendo sotto forma di nebbiolina nelle sale e nei locali del centro benessere situato sul Carso. In seguito all'esplosione la porta di metallo del locale tecnico, chiusa a chiave, era stata divelta ed era stata proiettata a dieci metri di distanza.

La nube infuocata e caustica aveva raggiunto Sonia Pugnetti, provocandole una lesione da scoppio su tutta la gamba sinistra e la frattura della tibia. Lesioni definite gravissime fin da subito. Tant'è che Sonia Pugnetti, dopo essere stata soccorsa dai sanitari del “118”, era stata accolta nel reparto di rianimazione. Ora sta decisamente meglio, ma ha subito lesioni permanenti alla gamba. È stata sottoposta a vari interventi chirurgici, ha avuto un lungo periodo di degenza e lunghe e complesse sono state le cure per la riabilitazione dell’arto.

La sentenza di assoluzione del medico imprenditore fa anche seguito alla parziale definizione del risarcimento dei danni subiti dall’istruttrice di nuoto. Nella scorsa udienza l’avvocato Massimiliano Marchetti, legale di Sonia Pugnetti aveva avanzato una richiesta di 2 milioni di euro. In passato è stato anche definito il risarcimento dei danni subiti da due frequentatori della struttura che sono stati rappresentati dagli avvocati Giulio Quarantotto e Maria Genovese. In quella sera del 7 dicembre del 2011 la piscina del centro Avalon era piuttosto affollata.

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