Esplodono le baruffe sui telefoni

Il Corecom: controversie utenti-aziende aumentate del 24% in un anno. Tv private, accuse alla giunta
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Compagnie telefoniche che non rispettano i contratti. Cittadini sempre più consapevoli dei propri diritti e di come farli valere. Il Corecom Fvg tira le somme: in Friuli Venezia Giulia, nel 2011, il Comitato per le Comunicazioni ha aperto ben 1.507 controversie. Il 24% in più dell’anno scorso. La maggior parte (oltre l’80%) si è chiusa positivamente, con un accordo tra le parti, mentre 142 contenziosi hanno richiesto un ulteriore intervento del Corecom perché l’intesa è sfumata. In questo caso l’ente regionale, emanazione territoriale dell’Agcom, può condannare il gestore al pagamento di sanzioni. 272 (+37%), invece, i ricorsi “urgenti”, attivati perlopiù in caso di sospensioni temporanee dei servizi telefonici.

Un trend negativo, confermato anche in questi primi mesi del 2012. Ma perché ci si rivolge al Corecom? Per una serie di motivi che riguardano soprattutto i contratti. Capita soprattutto nel campo della telefonia mobile: cambiamenti di operatori non attuati nei tempi concordati, servizi pagati ma mai attivati, tariffe internazionali ingiustificate. «La crescita che abbiamo registrato nel 2011 – ha rilevato Paolo Panontin, commissario Corecom con delega alla conciliazione, è dovuta prevalentemente alla maggior conoscenza del nostro campo di azione, ma anche a un peggioramento generale dei servizi offerti dalle compagnie. E ciò ci costringe a intervenire cercando una mediazione».

Le consulenze, è stato ricordato ieri dai responsabili Corecom riuniti in conferenza stampa, sono gratuite. La tutela nelle telecomunicazioni, è stato precisato, è uno dei tanti settori in cui opera il Comitato. Un altro riguarda il rispetto delle norme sulla par-condicio in periodo elettorale per le testate radiofoniche e televisive, oltre al monitoraggio di ogni forma di comunicazione politico-istituzionale: la norma, per i 26 Comuni interessati dal voto del 6 e 7 maggio, è scattata l’altro ieri.

Ben più problematico, in questi mesi, il fronte delle emittenti locali. Il passaggio al digitale terrestre, che ha comportato notevoli investimenti e aspettative per le singole tv, non ha avuto un adeguato ritorno «né di contributi pubblici, né di audience e di pubblicità». Il presidente Paolo Francia, accanto al vice Giancarlo Serafini, ha usato toni duri nei confronti della classe politica: «Stiamo assistendo a una pesante disattenzione da parte di tutte le formazioni politiche del Friuli Venezia Giulia, a tutti i livelli». Il riferimento è alla Regione stessa: «Zero finanziamenti per le tv – ha rimarcato Francia – mentre ad esempio in Campania sono stati stanziati 10 milioni di euro, 6 milioni in Piemonte e Lombardia, 4 in Emilia Romagna. Il Friuli Venezia Giulia è una delle poche regioni in Italia a essersi comportata in questo modo. È indispensabile un forte richiamo alle istituzioni – ha esortato il presidente – per mantenere i livelli occupazionali e per la ricerca di soluzioni che possano creare le premesse di un sistema informativo completo». Un primo segnale arriva dal consigliere regionale Sergio Lupieri, presente all’incontro di ieri. L’esponente del Pd chiede una convocazione urgente dei vertici della Commissione consiliare competente.

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