Esodo verso i distributori sloveni ora conviene anche a Monfalcone

La differenza tra il prezzo della regionale e quello d’oltre confine giustifica tragitti anche di 20 km Impianti cittadini deserti come a Gorizia. I gestori cercano di sopravvivere con i servizi extra
Bonaventura Monfalcone-07.01.2012 Distributori di benzina-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-07.01.2012 Distributori di benzina-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

di Stefano Bizzi

La lancetta è pericolosamente vicina alla riserva e se, per alcuni distributori di carburante monfalconesi, la luce rossa non si è ancora accesa, è solo perché, accanto alla vendita di benzina e gasolio, molti gestori offrono anche altri servizi: dall’autolavaggio, alla vendita della legna. Ma non basta. Come avviene già da anni a Gorizia, ora anche gli automobilisti di Monfalcone preferiscono l’esodo verso le pompe slovene e non ci sono incentivi extra che tengano. È vero che i ritocchi verso l’alto hanno interessato anche le compagnie d’oltre confine, ma su un pieno il risparmio continua ad essere consistente e vantaggioso, a seconda dei serbatoi, si può avvicinare alla decina di euro. La differenza tra il prezzo regionale e quello sloveno è talmente elevata che ormai conviene andare oltre confine anche se si vive lontano dalla frontiera. Prima della manovra Salva Italia varata dal governo Monti, lo sconto regionale sui carburanti era riuscito praticamente ad azzerare la forbice tra “noi” e “loro”. Lo spread, in alcuni casi, era di appena un centesimo. Ovvio quindi che percorrere 10 15 o anche 20 chilometri per raggiungere la Slovenia diventava un controsenso antieconomico. I costi erano maggiori dei vantaggi. Oggi non è più così. La forbice è in media sulla benzina è di 12 centesimi al litro: su 50 litri significa un risparmio di 6 euro. Se poi si fuma, il viaggio conviene ancora di più: su una stecca la differenza è di 17 euro. La somma è di 23 euro.

Chiedere ai gestori come vanno le cose, appare pleonastico. Basta guardare i piazzali dei distributori, per capire la situazione: in fila alle pompe non c’è nessuno e se gli automobilisti decidono di fermarsi, lo fanno solo per mettere nel serbatoio pochi euro di carburante. «Il sufficiente per andare di là», osserva un benzinaio. «Quantificare la perdita è difficile, ma il risultato dell’aumento delle accise è questo», nota un suo collega. «I margini della benzina bastano solo per pagare le bollette della luce, non certo per mangiare. È dura. Ci si arrangia con il lavaggio, il cambio gomme, cose di questo genere. Tentiamo di sopravvive, se si riesce». «Fino a un mese fa, la situazione era tutto sommato sostenibile. Ora siamo arrivati anche noi al livello di Gorizia. Chi ha tempo, va in Slovenia; chi invece non ne ha, mette pochi litri alla volta, con l’idea che prima o poi andrà a fare il pieno oltre confine».

Sulla questione, nei giorni scorsi è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Nord e presidente della II Commissione consiliare Attività produttive Federico Razzini che ha annunciato la covocazione urgente di una seduta su cui si farà il punto della situazione.

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