Escort scambia due carabinieri per clienti

Blitz in una casa d’appuntamenti dopo l’adescamento online. Accusata di favoreggiamento la proprietaria 
Prostitute fermate dai carabinieri durante un controllo
Prostitute fermate dai carabinieri durante un controllo

Tenta di sedurre una coppia di carabinieri. I militari arrivano nella casa e alla fine la “socia” finisce nei guai, per favoreggiamento della prostituzione. Si chiama Mainela Petrica, 21 anni, di origine rumena. Ieri il gip Laura Barresi l’ha rinviata a giudizio accogliendo la richiesta del pm Federico Frezza. È difesa dall’avvocato Mauro Dellago. L’udienza dibattimentale è stata fissata per il prossimo 13 luglio.

L’episodio del tentativo di seduzione porta la data del 23 ottobre del 2013. I carabinieri già da qualche giorno avevano avviato una serie di accertamenti relativi al sito “escortincontri” e in particolare nella rubrica riservata alle coppie. Era stato trovato un annuncio dai contenuti inequivocabili: «Siamo una coppia di 31 e 21 anni. Offriamo momenti di piacere».

Così un investigatore dell’Arma ha telefonato. A rispondere alla chiamata, così risulta dall’annotazione che integra il fascicolo, ha risposto una donna dalla voce giovane con l’accento straniero. La quale ha proposto al finto cliente un incontro preliminare nei pressi della statua della Madonnina in piazza Garibaldi.

All’appuntamento si è presentata una ragazza di origine rumena che ha proposto all’interlocutore un rapporto “a tre” da consumare in un appartamento in via Molino a Vapore al prezzo di 100 euro. «Avvisa anche la tua ragazza e poi vi aspetto», ha detto la giovane rumena.

Ma la ragazza del cliente altro non era che un carabiniere donna con il grado di maresciallo.

Dopo pochi minuti i due si sono presentati all’appuntamento. E qui si sono qualificati: «Siamo carabinieri, ci consegni i documenti». Nessun incontro, solo guai. Subito è scattato il controllo. È emerso che il contratto d’affitto dell’appartamento-alcova era stato firmato da un’altra rumena: Marinella Petrica, ritenuta dai militari “socia” della prostituta. Petrica, inoltre, come poi è stato accertato nel corso delle indagini aveva anche realizzato gli annunci internet e scattato le foto per pubblicizzare l’attività. A questo punto è scattato il sequestro dell’appartamento e la “titolare” Marinela Petrica è stata denunciata, finendo poi nei guai per favoreggiamento della prostituzione. Ora è stata rinviata a giudizio.

Pochi giorni fa il giudice Nicoli ha condannato una ragazza di 23 anni, sempre di origine rumena, a 10 mesi di reclusione per aver “pubblicizzato” su Internet le prestazioni sessuali della madre. La vicenda era emersa nel luglio dello scorso anno nel corso di un'indagine dei carabinieri. Gli investigatori avevano individuato un appartamento in via Giulia utilizzato per incontri occasionali. Per arrivarci avevano risposto a un annuncio pubblicato sul sito Internet “eBacheca.com”. Un annuncio a dir poco equivoco: «Signora trentacinquenne alta 1,65 peso 54 kg... Ti aspetto in un ambiente riservato per momenti di piaciere!!!».

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