Escalation di bandiere bianche S’è arreso pure Rossopomodoro

Era l’inizio del 2010 quando, negli spazi un tempo occupati dal negozio di abbigliamento sportivo e nautica Spangher, apriva Rossopomodoro. Che non ha però retto alla concorrenza. E la scorsa...
Lasorte Trieste 12/12/12 - Corso Saba, Nuova Paninoteca Po'Boy
Lasorte Trieste 12/12/12 - Corso Saba, Nuova Paninoteca Po'Boy

Era l’inizio del 2010 quando, negli spazi un tempo occupati dal negozio di abbigliamento sportivo e nautica Spangher, apriva Rossopomodoro. Che non ha però retto alla concorrenza. E la scorsa settimana ha alzato bandiera bianca chiudendo il grande locale sulle Rive.

I ben informati riferiscono che a monte della decisione vi sia stata una situazione di affitti non pagati. E Livio Kusterle, proprietario dei muri ed ex titolare di Spangher, ha deciso di dire basta e di voltare pagina. Le chiusure dei locali e dei negozi in città oramai non si contano.

Ogni giorno infatti, passeggiando, si nota una nuova serranda abbassata. E nemmeno la pedonalizzazione è ormai più garanzia di riuscita per un’attività commerciale. Basti pensare che nella sola piazza della Borsa, la zona più frequentata della città, ci sono tre fori commerciali chiusi: quelli un tempo occupati da Ambassador, da una gioielleria e da un negozio di abbigliamento femminile, a meno di dieci metri in piazza dell’Unità. Nelle passate settimane si sono registrate, tra le tante, le chiusure della libreria Fenice (a seguito di un fallimento), del grande calzaturificio Amuvia in via Genova, della paninoteca low cost Po’ Boy aperta in corso Saba appena 5 mesi fa.

Chi è proprietario dei muri del negozio riesce ancora a reggere, ma chi, oltre alle tasse e agli stipendi di eventuali dipendenti, si ritrova a pagare le spese di locazione, non regge. Le banche non fanno credito, i fornitori bussano alla porta, le spese aumentano ma i clienti latitano. La maggior parte dei negozi aperti nel centro città sono ormai gestiti da catene commerciali. Nel campo dell’abbigliamento, in modo particolare, si affacciano sul mercato solo marchi in franchising o punti vendita di colossi come Inditex - suo il marchio Stradivarius che oggi occupa gli spazi un tempo occupati da Monti in via San Spiridione - oppure H&M o Calzedonia, Intimissimi, Golden Point o Benetton. I negozi gestiti da storici commercianti triestini sono sempre meno. E restano per tutti sinonimo di garanzia. Tra tanti esercizi che chiudono, c’è comunque anche chi, con coraggio, decide di fare nuovi investimenti. Come ad esempio in via del Pane dove Luca Morgan, socio anche dell’Expo Mittelschool, raddoppia aprendo un nuovo locale di fronte alla sua Chimera di Bacco.

A metà maggio Mongan inaugurerà la Chimerina. «Intendo ricreare l’atmosfera dei “baccari” veneziani - riferisce - dove bere del buon vino e mangiare piatti veloci ma con la qualità garantita dalla Chimera di Bacco». Gli esercizi pubblici, se gestiti con professionalità, se sistemati in un punto e se aperti da una società solida dal punto di vista finanziario, possono insomma riuscire a resistere alla crisi. Un’altra apertura l’ha messa a segno Brico, che ha appena rilanciato, in via Reti, gli spazi un tempo occupati dal negozio di abbigliamento e accessori per l’infanzia La Cicogna, chiuso qualche mese fa. E intanto è stato venduto anche l’ampio locale che un tempo ospitava La Serica in via Mazzini. Al suo posto una banca.(l.t.)

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