Escalation di bambini colpiti dalla pertosse

L’ultimo focolaio è stato individuato nella scuola dell’infanzia di via Pallini In un anno da due a trenta malati totali. L’AsuiTs: «Situazione monitorata»
Lasorte Trieste 15/05/17 - Via dei Pallini, Scuola Materna, Asilo
Lasorte Trieste 15/05/17 - Via dei Pallini, Scuola Materna, Asilo

Escalation di casi di pertosse a Trieste. L’ultimo focolaio si è verificato in questi giorni nell’asilo di via Pallini, a San Giusto, ma i casi registrati nelle scuole cittadine sono trenta contro i due dell’anno scorso. Numeri che hanno spinto le autorità sanitarie ad alzare la guardia, avviando un protocollo che coinvolge, oltre ai bambini colpiti, genitori e pediatri. «La situazione è comunque assolutamente monitorata», assicura il direttore dell’AsuiTs Nicola Delli Quadri. Quanto alle cause dell’incremento dei casi - del tutto inatteso per una patologia diffusa nel passato, ma che esiste ancora sebbene con un’incidenza residuale -, sotto tiro finiscono di nuovo i livelli di vaccinazione scesi sotto i livelli di sicurezza.

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L’ultimo caso a registrarlo, come detto, la Pallini, una scuola dell’infanzia comunale che si trova nell’omonima via in una trasversa di via Capitolina. La struttura ospita bambini della fascia 3-6 anni. È lì che la scorsa settimana una bimba ha accusato i sintomi della patologia, comunque in una forma «blanda» perché era già stata vaccinata in precedenza, ci tengono a precisare i responsabili del Dipartimento di prevenzione dell’AsuiTs e l’assessore comunale all’Infanzia Angela Brandi. Giovedì l’Azienda sanitaria ha messo al corrente sia il Comune sia il dirigente scolastico dell’istituto. La bimba comunque è rientrata a scuola ieri.

Il protocollo. La piccola, come detto, era già vaccinata, quindi è bastato l’antibiotico. Il periodo di contagiosità, comunque, era superato: quindi per il resto della classe e della scuola non si è reso necessario alcun particolare intervento (altrimenti sarebbe stata attivata la profilassi con antibiotici per tutti). Il Dipartimento, come da procedura, si è limitato ad avvertire il preside della scuola con l’indicazione di informare i genitori. Al dirigente, inoltre, è stato chiesto di suggerire alle famiglie di fare riferimento ai pediatri qualora i figli manifestassero sintomi. Questo, naturalmente, per mettere in campo le terapie previste. Stesso discorso per i bimbi fragili, quindi più a rischio.

La diffusione. L’episodio della Pallini non è però affatto isolato. L’AsuiTs ha un elenco di altri 30 tra bambini e ragazzini che si sono ammalati quest’anno di pertosse a fronte dei due casi del 2016. Oltre alla Pallini, sono in tutto otto le scuole interessate, tra elementari e medie. È una diffusione a macchia di leopardo, evidenziata soprattutto in scolari tra i 10 e gli 11 anni di età, fa sapere il Dipartimento di prevenzione, colpiti dalla malattia in una forma ritenuta «non grave» visto che i sintomi peggiori si possono verificare soprattutto nei primissimi anni di vita di un bimbo. Ciò che ha determinato l’incremento della patologia, spiegano dal Dipartimento, è il basso livello di copertura dei vaccinati, a Trieste sceso all’89%. Mentre la soglia di sicurezza indica il 95%.

Le contromisure. Ma come si è mossa l’AsuiTs per il resto delle scuole colpite? Nello stesso modo dell’asilo di via Pallini, in buona sostanza. Comunque, quando si parla di bambini sopra i sette anni d’età, la procedura per le scuole in cui si verifica la problematica è la seguente: invio di una lettera ai presidi degli istituti interessati con il compito di informare i genitori della classe, innanzitutto. Alle famiglie, inoltre, viene suggerito di rivolgersi al pediatra qualora i figli presentassero una sintomatologia compatibile con la pertosse, in modo da appurare la fase diagnostica e attivare la profilassi. Ma se tra i compagni del bambino ammalato risultano anche soggetti ritenuti fragili e quindi più a rischio, l’AsuiTs propone oltre alla profilassi con antibiotici anche l’anticipo della vaccinazione. Che quindi va effettuata prima della normale calendarizzazione.

I vertici sanitari. «Il fenomeno effettivamente esiste - afferma il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, Nicola Delli Quadri - e se ne sta occupando il servizio vaccinale del Dipartimento di prevenzione. In città attualmente c’è un incremento importante di casi di pertosse rispetto agli anni precedenti: trenta contro i due degli anni prima, confermo il dato. Noi sappiamo del problema, quindi abbiamo subito avvisato le scuole e i pediatri», aggiunge il direttore generale. «Una delle cause, se non proprio la causa principale, è che su questa patologia abbiamo una copertura del tasso vaccinale sotto il 90%, quindi sotto la soglia».

 

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