Erdogan blocca il mar Egeo: «Pericoloso per i barconi»
Un film già visto, stessa trama anche stessi protagonisti. Resta solo un dubbio: quale sarà il finale? Ossia riusciranno le migliaia di rifugiati che premono sul confine greco a “sfondare” e riversarsi lungo la rotta balcanica per cercare di raggiungere l’agognata Europa centro settentrionale? La pressione è fortissima lungo il limes tra Grecia e Turchia, anche ieri per fronteggiare la pressione dei migranti sono stati usati i gas lacrimogeni da entrambi i lati al valico di frontiera di Kastanies. Centinaia di migranti, dal versante turco, hanno cercato di abbattere l’alta recinzione metallica posta al confine, alcuni tentando di abbatterla. La polizia greca ha anche usato un cannone ad acqua e i profughi hanno risposto lanciando pietre e gridando di aprire le frontiere. Strazianti i racconti di chi è riuscito a superare il “muro” ma è stato poi riacciuffato. «Siamo stati catturati da soldati o agenti della polizia greca. So solo che erano armati, che ci hanno tolto tutto: soldi, cellulari, anche i vestiti. Ci hanno rimandato indietro in mutande». È il racconto fatto alla Cnn da Abdel Aziz, un sarto di 20 anni proveniente dalla provincia siriana di Aleppo.
Secondo Atene, le autorità turche distribuiscono strumenti per tagliare le recinzioni al confine. Migliaia di persone hanno cercato di entrare in Grecia da quando la Turchia ha annunciato il 28 febbraio che non avrebbe più tenuto i rifugiati che desideravano continuare il viaggio verso l'Ue in base al suo accordo con l'Unione nel 2016. Il confine terrestre tra i due Paesi dalla parte greca è controllato dall'esercito e dalla polizia, che, secondo le autorità greche, hanno impedito l'ingresso di migliaia di rifugiati. Nelle ultime 24 ore, ci sono stati più di 1.200 tentativi di attraversamento della frontiera e 27 arresti, ha affermato il governo greco. Il premier greco Kiriakos Mitsotakis ha accusato la Turchia di aver portato avanti una «provocazione sistematica» e di aver sfruttato i fuggitivi. La Turchia, d'altra parte, accusa l'Ue di usare i fuggitivi come strumento politico e di «calpestare» il diritto internazionale dopo che i ministri degli esteri dell'Unione, riuniti venerdì scorso a Zagabria, hanno dichiarato che avrebbero bloccato l'immigrazione clandestina nell'Ue.
Nel frattempo, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ordinato alla Guardia costiera turca di impedire ai rifugiati di attraversare il Mar Egeo, dicendo che è troppo rischioso. La Guardia costiera ha anche dichiarato di aver salvato 97 fuggitivi solo giovedì, affermando che la parte greca non ha intrapreso alcuna azione di salvataggio e affondava invece tre barche. Atene risponde sostenendo che il Patto Ue-Turchia, che dal 2016 limitava gli arrivi di migranti in Europa «è morto». Lo ha ribadito in un'intervista alla Cnn il premier greco Mitsotakis, che ha accusato la Turchia di «assistere» lo spostamento di migliaia di migranti verso il confine greco. «Siamo onesti - ha detto - l'accordo è morto. È morto perché la Turchia ha deciso di violarlo completamente, a causa di ciò che è accaduto in Siria». «La Turchia - ha aggiunto - sta consapevolmente usando i migranti come pedine geopolitiche per promuovere i suoi interessi». Il premier ha sottolineato che le coloro che tentano di entrare in Grecia non sono siriani ma persone che vivono in Turchia da tempo. —
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