Entro la fine del mese saranno 800 i piccioni “deportati” in Veneto

MONFALCONE La prima campagna è in fase conclusiva. A fine mese, infatti, la raccolta dei piccioni dovrà interrompersi nel rispetto della normativa ai fini della salvaguardia riproduttiva coincidente con la stagione primaverile ed estiva. Intanto si fanno i conti. A chiusura del ciclo sperimentale i colombi che hanno lasciato la città raggiungeranno quota 800. A fine febbraio erano 600. I volatili sono stati trasferiti all’interno di apposite gabbie in Veneto, consegnati ad un centro specializzato, per essere ospitati in ampie voliere. Un “trasloco” sicuro per un viaggio di non ritorno, considerato che i piccioni tendono a “riappropriarsi” del loro habitat a dispetto di qualsivoglia distanza. Una campagna, quella pianificata dall’amministrazione comunale e gestita dal responsabile dei Servizi tecnici, ingegner Enrico Englaro, che quest’anno ha dato risultati, tanto che il prossimo autunno, come ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Sabina Cauci, verrà ripetuta e intensificata, sempre compatibilmente con i margini contemplati dalla normativa.
Precedenti stime circa la popolazione dei piccioni nel territorio monfalconese, alla luce della campagna sperimentale, sono risultate sottostimate. Lo deduce lo stesso assessore Cauci quando osserva: «I riscontri della raccolta dei piccioni non sono mancati. In particolare, nell’area della biblioteca comunale s’è rilevato un calo dei volatili, peraltro constatato anche dai frequentatori della struttura culturale. Ciò ci conforta nell’efficacia di questi interventi che vanno ripetuti nel tempo. Tuttavia – ha aggiunto –, ritengo che le stime in ordine alla presenza di questi volatili in città siano state sottostimate poiché i piccioni sono ancora molto numerosi».
Nel frattempo è in corso la predisposizione di misure alternative che, non confliggendo con la legislazione in materia, sono volte a mitigare il fenomeno del sovraffollamento dei colombi. Si tratta di interventi orientati su due direzioni. L’obiettivo infatti è duplice: da un lato si agisce sull’allontanamento dei volatili favorendo l’introduzione di rapaci, dall’altra si interviene sotto il profilo anticoncezionale di breve durata per limitare la riproduzione. Nei giorni scorsi è stato completato il posizionamento di dieci nidi complessivi disposti in specifici punti della città. Attraverso tecniche adeguate, si procederà all’insediamento di due falchi pellegrini, sul campanile e tra i rami di un albero nell’area della Rocca. All’interno delle chiome di piante ad alto fusto situate nel parco del Carso, nell’area della Capitaneria di porto, nonché nelle vie Matteotti, dell’Istria, Pacinotti e lungo il canale De Dottori, sono stati invece posizionati i nidi per accogliere tre sparvieri e cinque allocchi. Il tutto in base alla disponibilità di rapaci, in cura anche al Centro di recupero della fauna selvatica di Terranova, gestito da Damiano Baradel. La conclusione della raccolta dei piccioni coinciderà con la messa a punto di 6 erogatori di mais contenente anticoncezionali, a coprire più punti della città. Tre erogatori sono gestiti direttamente dal Comune. L’effetto è reversibile, ma, come ha spiegato l’assessore Cauci, permette quantomeno di limitare la proliferazione dei volatili, a fronte di una riduzione di circa il 30% della fecondità.
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